Parte in salita la candidatura di Milano a sede di una divisione del Tribunale europeo dei brevetti (Tub). Al momento le competenze verrano divise fra le sedi attualmente esistenti di Monaco e Parigi. Per la decisione finale bisognerà aspettare il 2021. Così hanno deciso questa settimana i delegati europei a Bruxelles.
L’annuncio atteso da mesi era finalmente arrivato all’inizio del mese: Milano è la città italiana candidata ad ospitare la divisione centrale del Tub, specializzata in chimica, farmaceutica e life science, che a seguito della Brexit non sarà più mantenuta a Londra.
La scelta era stata presa dal Consiglio dei ministri dopo mesi di discussioni.
Torino, l’altra città che era stata proposta, era stata indicata come sede principale per l’Istituto italiano per l’intelligenza artificiale (I3A), una struttura di ricerca e trasferimento tecnologico. I settori principalmente coinvolti saranno quelli della manifattura e robotica, IoT, sanità, mobilità, agrifoood ed energia, pubblica amministrazione, cultura e digital humanities, aerospazio.
“L’obiettivo – spiegava una nota di Palazzo Chigi – è creare una sinergia tra le due città e il governo e allo stesso tempo consolidare l’asse nord-ovest del Paese: una strategia che renderebbe ancor più forti Milano e Torino e, con esse, l’Italia”.
Tanti i commenti dal mondo della politica in questi giorni.
“Molto soddisfatto per la decisione di proporre Milano” si è detto il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto (Iv) convinto “che la città rappresenti la candidatura ideale, sulla base di parametri oggettivi”. Milano è una delle città europee più innovative: il 21% delle 4.456 richieste di brevetto presentate dall’Italia presso lo European patent office nel 2019 proviene da qui.
Sono molto contento della candidatura di Milano perché mi sono impegnato personalmente in questo senso”, ha affermato il ministro pentastellato della Giustizia Alfonso Bonafede.
“Ha vinto l’Italia e il buon senso”, il giudizio del viceministro lombardo al Mise, Stefano Buffagni (M5s). Mentre, dall’opposizione, Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, fa notare che “finalmente Palazzo Chigi, con colpevole ritardo, ha sciolto la riserva. Adesso occorre lavorare con determinazione e coraggio. Non facciamoci sfuggire questa grande occasione”.
“Finalmente una buona notizia per Milano, nonostante il tanto tempo perso da Pd e M5s: il progetto di Tub nel capoluogo lombardo è una storica battaglia della Lega, iniziata addirittura nel 2012. Ora saremo attenti e vigili affinchè ilgoverno passi dalle parole ai fatti”, le parole del leader della Lega Matteo Salvini.
Grande soddisfazione è stata espressa anche dalle professioni e dalle imprese. “Apprendiamo con soddisfazione la notizia relativa alla candidatura ufficiale di Milano”, ha dichiarato Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano “Come Ordine – prosegue – abbiamo sempre avallato questa nomina, sia in ragione dell’alta concentrazione di brevetti registrati a Milano e del conseguente elevato numero dicontroversie connesse alla materia, sia in ragione del fatto che il Tribunale di Milano si è già dotato di altre
collocazioni per a ospitare un organo giurisdizionale di simile entità. Questa decisione – aggiunge infine Caradonna – ci appare, dunque, come una scelta naturale e di senso, in grado di valorizzare competenze, sforzi e infrastrutture che possano contribuire in modo determinante al riconoscimento di una reputazione internazionale di Milano e dell’Italia, oltre che essere un incentivo alla ripresa economica del nostro Paese”.
Secondo Assolombarda era “l’unica decisione possibile: se l’Italia vuole davvero provare a vincere questa importante partita, non poteva che travalicare gli interessi dei singoli territori a vantaggio del Paese”.
Il Tub, va detto, avrà sempre più importanza negli ordinamenti nazionali, sostituendo gradualmente le giurisdizioni nazionali per le controversie in materia brevettuale.
Il Tribunale ha una divisione centrale con sede a Parigi e due sezioni a Monaco di Baviera (già sede dell’Ufficio europeo dei brevetti) e Londra, quest’ultima con specifica competenza sui prodotti farmaceutici e per la cura della persona, in collegamento con la precedente presenza dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. L’Ema è stata trasferita in Olanda lo scorso anno dopo la controversa attribuzione (la decisione avvenne con il lancio della monetina, ndr) rispetto alla concorrente Milano.
Il Tub non è una istituzione dell’Unione europea, ma è il frutto di un Accordo multilaterale fra i Paesi aderenti, benché quasi coincidenti con l’intera Unione. Non solo: l’Accordo prevede che “Il tribunale applica il diritto dell’Unione nella sua integralità e ne rispetta il primato (…) coopera con la Corte di giustizia dell’Unione europea per garantire la corretta applicazione e l’interpretazione uniforme del diritto dell’Unione”.
Dunque, anche se dalla Brexit erano derivate conseguenze automatiche per il Tub, i giuristi e il mondo delle imprese e delle professioni avevano segnalato “l’anomalia” del mantenimento a Londra di una sezione della divisione centrale del Tribunale.
“Non possiamo mancare l’obiettivo”, ha detto infine l’avvocato Vinicio Nardo, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, ricordando il positivo indotto per la città con l’arrivo di molti studi legali internazionali.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.
Ma il tribunale deve andare ad Amsterdam dove è già Ema. Ridicolo candidare una città fallimentare in qualcosa che riguarda la farmaceutica.