Un’utopia il lavoro a Milano. Il 23 settembre chiude anche il Supermercato di via Della Ferrera

Milano

Milano la città del lavoro e delle opportunità. Ti dicevano per rendere sopportabile la partenza “Là avrai un futuro migliore” e tu sognavi, nelle lunghe sere, il verde dei prati o l’azzurro del mare di casa tua.  Oggi è una città che soffre, ripiegata su se stessa, con i sussulti di chi vorrebbe ripartire e fa un sogno ricorrente pensando al verde dei prati o all’azzurro del mare. Dal Report Redattore sociale (www.redattoresociale.it) “Badanti, camerieri, lavapiatti, addetti alle pulizie, muratori, manovalanza impiegata nei grandi eventi: è un popolo molto eterogeneo quello che sta vivendo la fase 3 della pandemia nel segno della fame. Sia italiani che stranieri. Purtroppo non sono riusciti a riprendere un’attività lavorativa oppure sono famiglie di tre o quattro persone in cui ora ne lavora solo una. Oltre 5mila persone hanno bisogno ancora del pacco alimentare e alcuni, per resistere, hanno adottato soluzioni estreme e abitano in cantina”.

Una vigliaccata inqualificabile lasciare a casa lavoratori infaticabili anche durante la fase acuta del Covid. Il Giorno rende noto “Si sono fatti sentire i dipendenti del supermercato di via Della Ferrera nel quartiere di Ronchetto sul Naviglio, ancora con marchio Simply-Auchan, che sarebbe dovuto passare sotto l’ala di Conad ma che invece chiuderà il 23 settembre. Un annuncio arrivato nei giorni scorsi come una doccia fredda e che si è abbattuto anche sullo store di piazza Prealpi, con una decina di lavoratori, che abbasserà le serrande il 19. “In via Della Ferrera, ventidue persone resteranno senza lavoro”, ha spiegato il direttore Marco Gulli al sit-in che si è tenuto davanti al punto vendita, con il supporto di numerosi cittadini della zona, “dove questo è l’unico supermercato. Ci sono tante famiglie, tanti anziani: dove andranno a fare la spesa?”, incalza Roberta, residente.” Milano sta diventando una città che accoglie ogni giorno con una proiezione impressionante, poveri e migranti. Il lavoro? Un’utopia. Le opportunità? Vendere collanine per strada. Forse.

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