Corrado Ocone “Per una volta gli inglesi apprendano la libertà da noi”

Attualità

Non c’è dubbio che gli inglesi, e in genere gli anglosassoni, abbiano un gusto per la libertà che manca a noi italiani. E lo hanno per motivi storici e culturali, come ha detto Boris Johnson (e forse persino “genetici” se sol si pensa all’ardimentosa fierezza di corsari e uomini di avventura espressi all’inizio dell’età moderna da questo popolo di navigatori). Anche se nel contesto del rispetto delle regole precauzionali per il Covid questo elemento c’entra, a mio avviso, solo fino a un certo punto. E quella di BoJo, che non dimentichiamolo è un uomo colto che ha studiato nei migliori college, sembra essere stata più che altro una scorciatoia dialettica per uscire dall’angolo in cui era stato messo dallo speaker. Affrontiamo la questione da due punti di vista, quello teorico e quello pratico. Ho parlato di gusto, sentiment direbbero gli inglesi, non a caso: è un termine usato da Benedetto Croce in un noto saggio in cui contrapponeva i tedeschi, che, a suo dire, avevano ben delineato la teoria della libertà, agli anglosassoni che invece la l’avevano vissuta e avevano fatto sì che essa informasse le loro istituzioni e prima ancora la loro vita civile. Fatto sta che l’inglese sente lo Stato quasi come un’entità ostile, e ad esso non affiderebbe quasi nulla se potesse. E comunque pretende che questo elemento non intralci più di tanto la sua vita: “lo Stato non è la soluzione ma è il problema”, amava dire Margareth Thatcher che di questo “arretramento” fece la cifra della sua premiership.

Per corrispettivo, però gli inglesi sono quel popolo che ha sviluppato un livello altissimo di civismo e di responsabilità sociale, dimostrando nei fatti come libertà e responsabilità siano le facce di una stessa medaglia. Un piccolo dubbio: non è forse proprio questa responsabilità che ha difettato agli inglesi in questo frangente storico, in cui non si son saputi dare da soli una regola che forse non avrebbero accettato dallo Stato? E non è forse colpa anche della loro classe dirigente che non li ha saputi spronare su questa via? Il paragone con Churchill fatto da Bojo non regge perché il grande Winston svolse proprio questo ruolo maieutico, del capo che non impone ma stimola: seppe mobilitare le energie morali più profonde del suo popolo che, senza bisogno di ulteriori ordini, agì compatto e sconfisse il nemico nazista. D’altronde, ci sono anche altri elementi da considerare. Agli inglesi avrebbero certamente dato fastidio certi toni paternalistici e regolatorio-avvocateschi usati dal nostro presidente del Consiglio durante il lockdown. Senza contare l’abuso, al limite della costituzionalità, di strumenti come lo “stato d’emergenza” e i Dpcm, che semplicemente in Inghilterra non sarebbero passati. Ma siamo sicuri che siano stati essi a muovere gli italiani, un popolo anarchico e allergico alle regole, e farli essere, come sono stati, sommamente responsabili? Non è che gli italiani, forse per paura, sono stati in questo frangente gli inglesi di un tempo? E gli inglesi hanno fatto gli italiani, perdendo quel senso di responsabilità civile che li ha sempre contraddistinti? Rispediamo perciò al mittente le sciocchezze nei nostri confronti, ma proviamo anche noi ad amare sempre più la libertà della Old England.

Blog Corrado Ocone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.