Concorso straordinario scuola, Gissi (Cisl): “Occorre ripensare il modo di reclutamento dei docenti”

Attualità

“Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto all’art. 5, comma 1, del D.D. n. 510 del 23 aprile 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 34 del 28 aprile 2020, si comunica che le prove scritte della procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno si svolgeranno secondo il calendario pubblicato in data 29 settembre 2020 sul sito del Ministero dell’istruzione”.

Inizia così il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 29 settembre che sancisce l’ufficialità del concorso straordinario per l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi insegnanti. I posti a bando sono 32mila.

Il concorso

Come annunciato ai sindacati, le prove prenderanno il via da giovedì 22 ottobre per concludersi nella metà del mese di novembre. Secondo quanto segnala La Repubblica, saranno 7.500 le aule impiegate e 1500 le scuole interessate. 8-9 i candidati per classe a 3 metri di distanza l’uno dall’altro. A vigilare sulle 7.500 aule, poi, ci saranno migliaia di commissari, impegnati per un giorno nella prova. Subito dopo, le classi dovranno essere sanificate per consentire il ritorno degli studenti.

Solo in un caso il concorso verrà sospeso, ossia se ci si dovesse trovare di fronte a un nuovo lockdown, altrimenti si procederà come da programma. E nel frattempo, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sarebbe pronta a lanciare, dopo quello straordinario, un concorso ordinario.

Ma sarà possibile procedere con il concorso in totale sicurezza? Che effetto avrà sulla scuola. Sono tematiche che Interris.it ha affrontato con la Segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. 

Segretaria, dal 29 il bando per il concorso straordinario per la scuola è in Gazzetta Ufficiale. Le prove si terranno fino al 9 novembre. Si riuscirà per fine anno a coprire tutte le cattedre che ancora sono scoperte?

“Sicuramente no, per due motivi. Il primo è che le prove concorsuali, una volta portate a compimento, daranno vita a graduatorie da cui si potrà attingere per le nomine effettive solo a settembre 2021. La decorrenza giuridica dal 1° settembre 2020 riguarda, ed è importante, la prima quota di vincitori, che così non avranno danni dal ritardato svolgimento del concorso, ma ciò non produce alcun effetto sulla situazione attuale. Il secondo motivo è che i posti messi a concorso, da riferire a tre anni scolastici (questo e i prossimi due), sono già insufficienti a coprire le attuali vacanze di organico, alle quali si dovranno aggiungere anche i pensionamenti del 2021 e del 2022. Particolarmente critica la situazione riguardante i posti vacanti di sostegno, il cui numero è già attualmente più alto di quello delle domande di partecipazione al concorso: ammesso che tutti i candidati lo superassero, una quota di posti rimarrebbe comunque scoperta. Qualche dato: oggi sono privi di titolare 19.796 posti di sostegno, la maggior parte dei quali nella scuola secondaria. Per il concorso straordinario, di cui la ministra ha annunciato lo svolgimento, i candidati che hanno fatto domanda sono 2.745. Non servono commenti. Le cose non vanno benissimo anche se si guarda ai posti comuni: ne abbiamo oggi vacanti 46.538, in maggior parte nella secondaria; a concorso, tra I e II grado, considerando sia lo straordinario che l’ordinario ce ne sono 53.567, da spalmare su due/tre anni. Insomma, i concorsi non ci daranno nell’immediato una risposta risolutiva, né la daranno in prospettiva. Noi lo diciamo da tempo, serve ripensare complessivamente e senza inutili forzature ideologiche il tema del reclutamento, da affidare a un sistema equilibrato e funzionale, in cui accanto ai concorsi ordinari, aperti alle leve più giovani, sia previsto anche un canale che riconosca il valore dell’esperienza di lavoro acquisita. Il tema della selezione sotto il profilo della qualità professionale va affrontato seriamente, smettiamola di far credere che solo il concorso per esami offra al riguardo adeguate garanzie: noi siamo pronti a discutere non solo di selezione e verifica, ma anche di adeguati percorsi formativi utili a supportare il personale docente fin dal momento in cui lavora come precario. C’è molta ipocrisia in chi approfitta per anni e anni del lavoro precario, salvo scoprire che occorre selezionare la qualità solo nel momento in cui si ipotizza una stabilizzazione. Sostenendo che il superamento di qualche test valga più di un’esperienza pluriennale di insegnamento. Qualcosa non quadra, evidentemente”.

Potrebbe verificarsi l’eventualità che molte persone che vogliono fare il concorso siano in quarantena a causa del coronavirus. Ci sono protocolli che permetteranno anche a loro di partecipare? 

“Lo svolgimento di questo concorso, per le condizioni di contesto in cui avviene, non può che essere molto problematico, la situazione che viviamo è inedita e non può essere gestita con metodi e criteri riferiti a tempi ordinari. Soprattutto va gestita con grande serietà e responsabilità, guai se il concorso diventa l’ennesima bandiera da sventolare a fini di auto promozione, oppure oggetto dell’ennesima polemica politica. Io credo che le decisioni al riguardo debbano essere attentamente ponderate e supportate anzitutto da competenze adeguate sotto il profilo igienico sanitario. Ci sono poi aspetti che esigono un approfondito confronto fra Amministrazione e sindacati, e sono quelli legati al rischio che siano molto numerosi i casi di chi, per ragioni legate alle misure di prevenzione del contagio, possa vedersi escluso dalla possibilità di partecipare alle prove. La situazione non mi sembra confrontabile con quella di precedenti tornate concorsuali e ai connessi normali imprevisti (malattie o incidenti) che potevano impedire a qualcuno, senza possibilità di recupero, di svolgere le prove in programma. Ci vuol poco a capire che i casi potranno essere questa volta molto ma molto più estesi, come pure la casistica da prendere in considerazione”.

L’altro problema che si pone è la sanificazione dei locali. Pensa che sia possibile svolgere il concorso in totale sicurezza? 

“Il concetto di totale sicurezza lo escluderei proprio, in una situazione come l’attuale. Meglio parlare di massima sicurezza possibile, che è del resto ciò che sta avvenendo per le ordinarie attività scolastiche. I protocolli che abbiamo sottoscritto definiscono appunto le azioni necessarie per dare a tutti il massimo di garanzie, avendo a riferimento regole e criteri desunti dalle indicazioni emesse dalle sedi competenti in campo igienico sanitario. Credo che sia indispensabile acquisire anche in questo caso pareri autorevoli e attenersi ragionevolmente a quelli. È il momento della serietà e della responsabilità, non di inutili e dannosi protagonismi”.

Alcuni hanno proposto di rimandare il concorso e farlo a ridosso delle vacanze di Natale per non stressare le scuole. Pensa sia un’opzione valida?

“Fermo restando tutto ciò che ho detto prima, non c’è dubbio che per le scuole, che già stanno vivendo una difficile ripresa delle attività in presenza, ridurre le occasioni di ulteriori stress organizzativi sarebbe in sé un fatto positivo. Non credo peraltro, per quanto ho detto rispondendo alla prima domanda, che vi sia una particolare urgenza di tempi: in particolare per il concorso straordinario, ferme restando le nostre obiezioni di fondo per quel tipo di procedura, penso vi siano ampi margini per poterlo svolgere in tempo utile rispetto al prossimo anno scolastico”.

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