Sulle strade di Milano circola un numero di monopattini elettrici superiore rispetto a quello previsto dal bando lanciato dal Comune per il servizio di sharing in città. E’ quanto emerge dai dati raccolti dalla procura che nei mesi scorsi ha avviato un’indagine esplorativa (è il cosiddetto modello 45, senza ipotesi di reato nè indagati) per effettuare un monitoraggio sul livello di sicurezza dei mezzi a due ruote in condivisione che, specie nella fase immediatamente successiva al lockdown, sono aumentati in modo considerevole.
“Il sindaco Sala ha voluto il monopattino ma non è capace di usarlo. Il Comune prima ha sbagliato il bando ed è stato costretto ad accogliere tutti gli operatori per non bloccare il servizio. Poi non ha predisposto controlli per gli utenti indisciplinati e per i gestori che non rispettano gli impegni presi, come l’attivazione di limitatori di velocità, e lucrano noleggiando il doppio dei mezzi consentiti. Se dopo la minoranza anche la magistratura lamenta che mancano i controlli è il caso che il sindaco licenzi chi ha gestito questo pasticcio” ha commentato il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino Fabrizio De Pasquale.
“Quanto emerso da un’indagine della Procura ha dell’incredibile e denuncia un quadro allarmante.- osserva Gianluca Comazzi, (capogruppo in Regione di F.I)- Dopo i dati spaventosi sul numero degli incidenti con i monopattini elettrici il Comune di Milano ha mandato in giro sette steward, senza accorgersi che alcune società di sharing hanno messo in campo una flotta di monopattini che in un caso supera del doppio quella massima consentita” afferma Gianluca Comazzi, consigliere comunale di Milano e capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. “Ecco spiegati i tanti problemi che questi veicoli stanno arrecando in termini di sicurezza e mobilità: per non parlare del fatto che le aziende pagano al Comune soltanto le quote per i monopattini previsti dal bando. È incredibile pensare che la giunta si sia fatta fregare in questo modo: siamo di fronte a un pressappochismo allarmante e a una totale assenza di controlli. Ora – conclude – mi auguro che i responsabili di questo lassismo ne paghino le conseguenze, rendendo conto del loro pessimo operato”.
In base al bando lanciato dall’amministrazione comunale, ciascuna delle società che offrono servizio di sharing in città non può far circolare più di 750 monopattini elettrici. Ma i numeri che emergono dagli accertamenti disposti dai magistrati del dipartimento “salute e lavoro”, diretti dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, raccontano che le cose non stanno così: una società di sharing ha dichiarato che la sua “flotta” di monopattini è di circa 1430 mezzi, più altri 700 custoditi in un magazzino. Un’altra società fa circolare 950 monopattini elettrici, 200 in più del numero fissato nel bando del Comune. Le aziende che si sono aggiudicate il bando sono inoltre tenute a pagare al Palazzo Marino una quota per ciascun monopattino in circolazione in città. E’ stato accertato che i pagamenti effettuati finora al Comune sono relativi soltanto i 750 monopattini previsti dal bando, e non quelli che circolano effettivamente lungo le strade cittadine. C’è poi il problema dei posteggi “selvaggi” dei monopattini che nella maggior parte dei casi vengono abbandonati in strade e su marciapiedi al di fuori dagli spazi previsti, come le rastrelliere delle bici. Infine il capitolo sicurezza: tutti i mezzi a due ruote in sharing sono controllabili da remoto e le società dovrebbero mettere a punto un sistema in grado di ridurre la velocità nelle isole pedonali e di localizzare soste in aree con consentite.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845