Via Quarti, dove essere onesti è un colpa
Nella Milano post Covid, dove l’importante è fare piste ciclabili, zone 30 all’ora e far ripartire la città è un problema secondario, la situazione di via Quarti sta rapidamente crollando. Un po’ di contesto: ci sono dei casi di integrazione virtuosa. Dove tutti, incluse famiglie di etnia Rom che stanno abbandonando i campi e si stanno traferendo in case stabili, riescono a prosperare in armonia. Ecco, via Quarti non è decisamente una di quelle. No, qui le cose non sono andate affatto per il verso giusto.
E non per colpa dei residenti delle case popolari, gli storici Milanesi che questa città l’hanno costruita e resa grande. I protagonisti della stagione successiva al boom. Oggi meno giovani, ma non meno agguerriti, si sono trasferiti qui con la speranza di poter costruire un futuro migliore. Per sé e per le proprie famiglie. Questa terra, letteralmente al confine del nulla, l’hanno fatta loro metro a metro. Costituendo un comitato che custodisce i ricordi, le speranze ed i problemi. Il cui presidente, con orgoglio e testardaggine, non si arrende al degrado.
Già, il degrado. Non stiamo parlando di teoria. Ma di cumuli di rifiuti, che non si riesce a far sparire. C’è anche lo scheletro di una macchina che dovrebbe vendere snack in un ufficio. Invece è qui, in piedi, a fare la guardia al mucchio di cianfrusaglie abbandonate dietro. I residenti dicono che i rifiuti non appaiano per incuria. Ma che ci sia un piano: degradare l’area, far scappare i residenti, occupare le case vuote.
“Non è un sospetto: è un dato di fatto” scuote la testa il Consigliere Franco Vassallo, che da queste parti è l’ultimo avamposto della civiltà per i residenti “qui i rifiuti crescono, gli Italiani scappano e le case non restano mai vuote più di qualche notte. Ovviamente non finisce qui, il parcheggio diventa un mercato a cielo aperto. Le merci di provenienza ignota, ovviamente. Serve per marcare il territorio, spiegare ai residenti che questa non è casa loro, non è Italia e non è Milano. Questa è roba loro, dei proprietari di roulotte e macchine nere. Parcheggiate fisse, perché non ci si dimentichi chi comanda”.
E se qualcuno se ne dimenticasse? Se qualcuno, per esempio, decidesse che anche il lato destro, dove loro comandano, deve avere la fibra e navigare ad una velocità da primo mondo?
“Devono cambiare idea in fretta. Perché, tanto, le ditte non escono a riparare i tubi o mettere i cavi. Il lato destro di via Quarti è zona rossa. Questo significa che gli operai non possono lasciare aperti i furgoncini e non possono riparare le tubature o piazzare la fibra ottica. Perché, quei tubi, contengono di tutto e da queste parti non amano che estranei frughino tra le cose che nascondono dentro quelle tubazioni. Inoltre, senza fibra, molte famiglie stanno capendo che sono tagliate fuori dal mondo. E decidono di andarsene”. Il Consigliere Vassallo non si arrende, ma sicuramente il Municipio 7 non ha le risorse per risolvere il problema.
Essere Italiani, onesti o, Dio non voglia, entrambi, in via Quarti è una colpa. Una colpa che da queste parti paghi con il rogo della macchina. È successo ieri notte. Le macchine del presidente del comitato e di un membro sono bruciate. Una pena dura, che si applica solo nelle situazioni estreme. Significa attirare le attenzioni della polizia.
“Questo è l’ultimo assalto, all’arma bianca. Chi occupa le case pensa di essere ad un passo dalla vittoria. Ed è pronto a rischiare. Adesso, più che mai, ci serve lo Stato a difendere chi ha pagato per costruire queste case, chi paga ogni mese lo stipendio alle forze dell’ordine. Per difendere gli onesti. Per difendere i nostri concittadini da chi fa dell’illegalità la propria vita. Adesso, più che mai, via Quarti va ripulita e resa di nuovo parte della capitale morale d’Italia. Non abbiamo altre possibilità. Non lasciate solo chi non ha abbandonato questa città ed il sogno di renderla migliore”.
Chiude così, con un appello il Consigliere Vassallo. E noi ci aggiungiamo a lui. Via Quarti è la trincea in cui si difende la civiltà: abbandonarla sarebbe diserzione e tradimento.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,