Questa mattina ho ricevuto delle fotografie scattate alle 8.52 alla fermata di Cadorna. Anche all’occhio più disattento appare evidente che non c’è alcun controllo o contingentamento in ingresso. Eppure ho letto la risposta di ATM che evidenzia che è rispettata la soglia dell’80%. Quello che ATM non dice, richiamando il DPCM del 7 settembre, è che il decreto obbliga le aziende di trasporto ad “Adottare misure organizzative, con predisposizione di specifici piani operativi, finalizzate a limitare ogni possibile occasione di contatto nella fase di salita e di discesa dal mezzo di trasporto, negli spostamenti all’interno delle principali stazioni e autostazioni, degli aeroporti e dei porti, nelle aree destinate alla sosta dei passeggeri e durante l’attesa del mezzo di trasporto, garantendo il rispetto della distanza interpersonale minima di un metro, escludendo da tale limitazione i minori accompagnati e i non vedenti se accompagnati da persona che vive nella stessa unità abitativa. Per i non vedenti non accompagnati da persona che vive nella stessa unità abitativa, dovrà essere predisposta un’adeguata organizzazione del servizio per garantire la fruibilità dello stesso servizio, garantendo la sicurezza sanitaria”.
Inoltre, sulla Gazzetta Ufficiale si legge anche che “Per il settore considerato trovano applicazione le seguenti misure specifiche: la salita e la discesa dei passeggeri dal mezzo deve avvenire secondo flussi separati: › vanno rispettati idonei tempi di attesa al fine di evitare contatto tra chi scende e chi sale, anche eventualmente con un’apertura differenziata delle porte”. Mi pare evidente che checché ne dica l’azienda dei trasporti questa sia totalmente inadempiente. Non ci vuole un genio per capire che in fermate d’interscambio come Cadorna ci sia un’affluenza maggiore, che però i tornelli non possono prevedere. Sarebbe opportuno intensificare i controlli soprattutto negli orari di punta, magari impiegando il personale delle società partecipate o delle cooperative appaltatrici di servizi sia ai tornelli che in banchina – sul modello di Tokyo -, come avevo proposto lo scorso maggio quando approvammo la delibera per il personale di Milano Ristorazione. E al sindaco influencer, che ieri chiedeva ai milanesi d’indossare la mascherina, suggerisco di preoccuparsi di ciò che non viene fatto dalle società partecipate dal Comune affinché si evitino situazioni promiscue dove il rischio contagi è molto elevato. Altro che riaccendere le telecamere di Area B, qui bisogna commissariare ATM per evidente incapacità manageriale.
Alessandro De Chirico
Consigliere Comunale
Forza Italia Milano
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