Qualche giorno fa, mentre criticavo gli assembramenti in metropolitana e gli scarsi controlli ATM, il mio collega PD Monguzzi mi ha spiegato che io non posso criticare il trasporto pubblico perché io uso l’auto. Premesso che io uso sia l’auto che Atm e il Bikemi, e che a differenza loro mi confronto coi lavoratori ATM, mi ha colpito la affermazione per la sua visione liberticida. Io uso l’auto, devo essere rieducato e poi potrò parlare.
È sempre più forte l’arroganza del pensiero unico ambientalista a Milano. La Giunta realizza ogni tipo di intervento incurante di Municipi, esperti, opposizioni, categorie produttive, Codice della Strada (tanto lo cambiano per decreto!). Piste ciclabili fatte a pennello, urbanistica tattica, piazze aperte, soppressioni di parcheggi e carreggiate sono tutti interventi che si qualificano per un aspetto: negare la libertà di movimento dei milanesi, negare la possibilità di scegliere la modalità di spostamento più idonea e più adatta per ogni singolo individuo.
Questa pesante intromissione nelle nostre vite avviene in cambio di vantaggi non visibili e scientificamente non provati: Milano, secondo le loro indagini è ancora una delle città più inquinate d’Italia, c’è meno 20% di auto di prima in circolazione eppure c’è più congestione e traffico di prima. Mentre i giornali magnificano queste scelte futuristiche, le lettere ai quotidiani e i social sono pieni di residenti che non sanno dove parcheggiare e imprese che non sanno come lavorare. Esiste una maggioranza silenziosa che non approva o semplicemente non capisce questi provvedimenti e poi c’è un pool di associazioni ambientaliste che si spacciano per esperti di smog, salute, trasporti, urbanistica. E dettano legge, con la complicità di Sala e Giunta che sono a corto di idee e così si attaccano alle mode green del momento, come tutta la sinistra mondiale. A me piace la bellezza del paesaggio, amo la terra e vivere respirando aria buona. Non riusciranno però a farmi sentire un rozzo e ignorante perché contesto ciclabili e Area B. È inaccettabile spacciare per soluzioni scientifiche le solite ricette della crescita zero e sognare città dove tutti vanno in bici e nessuno lavora, produce e genera profitti. Occorre ribellarsi a questa arroganza prima di tutto sotto il profilo culturale, confutando e verificando notizie che riportano dati non scientifici. E chiamare a raccolta tutti coloro che considerano il lavoro un valore. Perché alla prossime elezioni la maggioranza silenziosa deve andare a votare e poi tornare tranquillamente alle proprie occupazioni.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Bravo Fabrizio!
Abbiamo assessorati in cui cagnolini adoranti vengono telecomandati da urbanisti ecologisti indigeni o esotici.
Siamo sotto una dittatura da polizia politica. Vogliono rivoluzionare la viabilità coercitivamente agendo subdolamente, nascosti dalla scusa del Covid, colpendo con danni irreversibili i cittadini a cui, sia chiaro, non è mai stato chiesto prioritariamente alcun parere e non è mai stato chiarito cosa stiano perdendo in cambio di alcuna vera utilità.
Perchè le vere valorizzazioni le fanno i privati. Abbiamo visto comitati in Viale Monza ed in Via Lecco e cosa hanno ottenuto? Se non vi sarà una vera rivolta ed il blocco del traffico ad libitum non si otterà nulla.