Ne avevamo parlato solo pochi giorni fa: un parchetto inaugurato in gran pompa dall’assessore Maran nel quartiere Feltre, vandalizzato dopo solo 24 ore da “frequentatori notturni” che, come spesso accade anche in altre zone, tolgono ai bambini la gioia di poter usufruire di aree gioco integre e igienicamente sane e tutto ciò senza che venga predisposto dal Comune alcun tipo di controllo. Di questa come di altre “sciatterie” dell’amministrazione cittadina scrive un lettore:
Il dilemma resta irrisolto, ci sono o ci fanno? Perché poi non è che una risposta a ciascuno dei quesiti possa confortare più dell’altra… Se ci sono, o si trova modo di farli rinsavire, oppure di farli dimettere. Se ci fanno, è soltanto l’ennesima dimostrazione che a loro non interessa nulla del destino di quanto inaugurano in pompa magna, oppure che dalle loro poltrone ignorano di aver a che fare con gente tutt’altro che simile alle educande di un convento.
Poveri bimbi, anche il mio nipotino lo avevamo portato a giocare nel parchetto di via Feltre; avrebbero diritto a che gli spazi a loro così generosamente destinati, venissero custoditi il minimo indispensabile ad evitare che esiti e residui, anche odorosi, delle attività notturne che vi si svolgono, non fossero gli “allegati” che il Comune concede in omaggio, in virtù della inesistente custodia dei luoghi ripristinati con soldi pubblici. Un’amministrazione che fa e disfa, senza né il consenso né il parere dei cittadini destinatari, offre la sgradevole sensazione di un organismo fine a se stesso, che usa le risorse per realizzare opere altrettanto fini a se stesse.
Mi vengono in mente le concessioni dei monopattini a noleggio, il cui numero pare sia largamente superiore a quanto stabilito per ciascun concessionario, e il cui uso sta dando risultati ormai noti alle cronache. Era già accaduto con le bici gialle, che venivano allegramente ritrovate in fase di decomposizione in fondo alle acque dei Navigli, e quando quella fine non l’avessero fatta, venivano ritrovate danneggiate, depredate, abusate e pessimamente parcheggiate nei luoghi più ameni, o ad intralciare il cammino dei pedoni. Identica sorte ai monopattini in sharing, come se all’amministrazione non fosse chiaro che non riuscendo a disciplinare una qualsiasi utenza è perfettamente normale che il progetto fallisca tristemente, nella impunità di chi, più che servirsene, ne abusa in ogni modo.
Per non citare le piste ciclabili imposte in notturna alla città come un diktat sovietico, per di più e peggio nei punti meno idonei allo scopo che era nella logica, ovvero lo snellimento del traffico. Ma tanto i soldi sono dei contribuenti, il loro stipendio è intoccabile, se devono spostarsi hanno l’autista, che gli frega del parere di chi amministrano, e del fatto che le automobili non potranno né scomparire né essere parcheggiate in salotto?
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