Cangini “Il Governo non governa e l’Italia rischia di rimanere schiacciata tra pandemia e recessione”

Attualità

L’alleanza non decolla, la pandemia ha blindato il governo ma neanche perpetuato lo stallo. Non c’è un progetto, non c’è un sentire comune, non c’è volontà politica. Quella di Giuseppe Conte fiero comandante al timone della nave Italia che attraversa la tempesta a vele spiegate è, letteralmente, una messa in scena. Un gioco di specchi, una recita a soggetto, una rappresentazione fittizia. Nulla è cambiato, dal punto di vista politico, rispetto ai non lontani giorni che precedettero le idi di marzo, quando inaspettatamente irruppe in scena il Virus. Un premier debole, una rotta incerta, un governo diviso, una maggioranza parlamentare fragile, riottosa, minacciata dal proprio interno e fondata su due partiti in evidente crisi di identità. La stessa, identica, condizione di sette mesi fa. Con l’aggravante che il Paese è precipitato nella crisi più complessa della storia repubblicana. È chiaro a tutti che il governo Conte non sta in piedi per forza propria, ma per volontà del contesto internazionale. Lo tengono in forma le istituzioni europee non per quello che è, ma per quello che non è: non è un governo Salvini, dunque rappresenta l’argine estremo all’ondata populista e perciò va tutelato. Una condizione simile a quella vissuta dall’Italia durante la cosiddetta Prima Repubblica.

Oggi l’assetto politico di governo viene preservato e accreditato dall’Europa e dai mercati finanziari in quanto alternativo al salvinismo, ieri veniva preservato e accreditato dagli Stati Uniti e dai mercati finanziari in quanto alternativo al comunismo.Oggi come ieri, gli italiani sono alle prese con lo spettro di paure ataviche: la morte e la miseria. La differenza è che nel dopoguerra al governo c’erano politici di prim’ordine, oggi abbiamo degli improvvisatori. La differenza è che oggi il governo non governa e l’Italia rischia di rimanere schiacciata nella morsa tra pandemia e recessione. Allora, forze politiche agli antipodi sedettero al medesimo tavolo e con senso di responsabilità scrissero la Costituzione e gestirono la ricostruzione. Se vogliamo davvero farci carico del destino di quelle “prossime generazioni” che la Commissione europea ha giustamente indicato come nostro interlocutore ideale, è a quel modello che dobbiamo rifarci. Non è credibile che Conte e compagni riescano a tirar fuori l’Italia dalle secche in cui s’è incagliata: si faccia ammenda degli errori commessi, e con un atto di realismo si chiamino a raccolta tutte le forze del Paese per realizzare quelle riforme che attendiamo da decenni e quel “Piano di ripresa e resilienza” da cui dipende il futuro dei nostri figli.

Blog Andrea Cangini senatore Forza Italia

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