Anch’io cantavo con Gaber “Com’è bella la città / Com’è grande la città / Com’è viva la città / Com’è allegra la città” E Milano rispondeva con l’allegria del suo ritmo, stupiva per l’imponenza e l’armonia delle sue architetture, degli improvvisi tramonti ocra e annientava per la sua grandezza, la ricchezza di infinite strade sconosciute. Mai avrei voluto vedere il declino di una città che si spegne, suggestiva forse nei vuoti delle piazze, nell’assenza di voci, nel silenzio della paura.
Parlano di battaglia di Milano, ma senza baionette o fucili: la trincea ancora è occupata da medici, infermieri, volontari. Il nemico ha un nome, ma occorre cercarlo, misurarne le potenzialità di colpire e possibilmente distruggerlo. Milano in battaglia? Forse sì, anche se manca il senso della misura, la fiducia nelle capacità dei medici, la triste scoperta di cose non fatte, rimandate da un Governo inetto.
In Lombardia il decisionismo di Fontana non va demonizzato. Il numero di emergenza 112 di Milano mercoledì 21 ottobre è andato in tilt; a questo problema si aggiunge il fatto che le ambulanze e soprattutto i pronto soccorso sono gravemente sotto pressione. Per questo motivo, Areu domenica ha deciso di riattivare l’unità di crisi e ha chiesto alle associazioni locali di fornire ambulanze per contribuire alla gestione dell’emergenza.. L’Ats si arrende perché di fronte « all’elevato numero di casi non è in grado di garantire tempestiva inchiesta epidemiologica». Il meccanismo della comunicazione tra struttura sanitaria, medico di famiglia e paziente è inceppato.
Da Il Giornale “Un calcolo indica 15,737 miliardi di mancato fatturato, di cui ben 11,7 nei servizi solo per la città. Cifre emerse dall’ analisi dell’osservatorio Covid Analysis, che ha calcolato il peso delle diverse attività economiche su dati Istat e rielaborato i dati in base alle proiezioni nei territori italiani sino al livello comunale. La stima delle perdite economiche durante il lockdown per la Lombardia arriva a oltre 35 miliardi di mancato fatturato.” Caro Galli che ha dichiarato “Non vedo morti per strada”, Si può morire di fame e di disperazione.
“Piena di strade e di negozi / E di vetrine piene di luce / Con tanta gente che lavora / Con tanta gente che produce” (Gaber) Purtroppo oggi tristemente non è così, ma Milano vincerà e risorgerà.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano