Dici DPCM e sembra di sputare, con quel P che costringe la bocca ad aprirsi per espellere un qualcosa…che cosa sia ormai è scontato: l’ennesimo Verbo senza costrutto di un Conte con pochette che cerca di imbonire l’Italia. La scena è da grande attore, la voce modulata, ma a quel giochino del futuro e del gerundio nessuno crede. Le cosiddette regole narrate con il tono del buon padre di famiglia irritano il mondo produttivo, l’ambiente scolastico, i lavoratori dello spettacolo, il comune mortale per le contraddizioni, la mancanza di pragmatismo: un monologo per i fessi. Qualcuno gli ha fatto sognare l’Olimpo e da lassù con lo sguardo sazio di cilo, decide, impone, a prescindere…Ma illudere gli italiani con una promessa-caramella, significa che il senso di onnipotenza è al culmine, il disprezzo per la comune intelligenza è plateale, la capacità di dare risposte reali è nulla. La politica identificata nel linguaggio, non importa con quali contenuti, ma, secondo i suoi canoni, persuasivo, complice. Ha promesso per dicembre il vaccino contro il virus e, quindi, la fine dell’attuale via crucis. “A dicembre potrebbero arrivare le prime dosi. Se gli impegni saranno confermati, potremo intervenire subito per somministrarli alle categorie più fragili ed esposte al pericolo”, ha dichiarato. Scrive Il Giornale “Il problema è che mentre Conte prometteva “ristori” e “indennizzi” per “tutti coloro che verranno penalizzati dai provvedimenti” del Dpcm, un rinomato immunologo come Antony Fauci, membro della task force della Casa Bianca contro la pandemia, spiegava, tra mille condizionali e incertezze, che un vaccino contro il Covid-19 potrebbe essere disponibile negli Stati Uniti prima della fine dell’anno “solo se si dimostrerà sicuro ed efficace…In ogni caso, ha concluso Fauci, prima che il medicinale sia disponibile su larga scala dovranno passare diversi mesi del 2021. Molti nel governo giallorosso, al contrario, continuano a parlare come se a dicembre dovesse, per certo, arrivare il vaccino” Il Ministro Speranza l’aveva promesso a novembre, ma era una bufala di speranza. E, a ben vedere, alcuni virologi considerano il vaccino non così risolutivo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano