Il commento di Luciano: 5a giornata di serie A

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E niente… ragazzi, qui le sorprese non finiscono più! Anticipi ancora al sapore di gol, ad iniziare dalla partita di venerdì tra Sassuolo e Torino, un 3-3 di emozioni e ribaltoni. Anzitutto la nebbia, prima a scendere in campo ed ultima ad andarsene, poi lo spettacolare finale che mette in vetrina 5 gol negli ultimi 20′, ancora difficili da vedere dalle tribune per la cortina nebbiosa che insiste, anche se meno densa.
Buona prestazione dei granata di Giampaolo, ma vanificare due gol di vantaggio a 10 minuti dalla fine cambia la sostanza del giudizio. Il Sassuolo gioca meglio, con buon palleggio, ma concede troppo dietro ed è costretto alla rimonta col fiatone,  che arriva grazie alla prodezza di Chiriches  e al solito Caputo, pur tra le proteste del Torino per un sospetto tocco di mano. I gol, inizia il Torino con Linetty al 33′, poi bisogna attendere fino al 71′ per il pareggio del Sassuolo con Djuricic. Ma da qui parte il finale pirotecnico che illude il Torino, con il nuovo vantaggio di Belotti al 77′ e la terza rete di Lukic al 79′.  Poi grande determinazione degli emiliani, che a perdere non ci stanno e lo dimostrano, con il 2-3 di Chiriches e il definitivo, più che meritato pareggio di Ciccio Caputo a 5′ dal termine.
Toro che resta sul fondo della classifica insieme al Crotone, mentre il Sassuolo fallisce il sorpasso al Milan e uno storico primo posto in classifica.
Ma è da Bergamo che arrivano le novità più sorprendenti, ed è la Sampdoria che le comunica con un 3-1 all’Atalanta di Gasperini, un risultato che pochi avrebbero immaginato dopo la brillante vittoria in Champions, a prescindere dallo scarso valore degli avversari. I nerazzurri si fanno sorprendere in casa dall’ottima Samp di Ranieri, successo che porta la firma dell’intramontabile Quagliarella al 13′ (che poi si fa parare anche un rigore) , di Thorsby al 52′ e Jankto al 92′, con in mezzo il gol di Zapata su calcio di rigore per l’illusorio 1-2. Altra giornata amara per i bergamaschi, troppi errori, poca lucidità, incapacità di venire a capo dell’organizzatissima fase difensiva blucerchiata. Sorride ancora la Samp, al terzo successo in tre giornate, con tanto di aggancio a 9 punti proprio dell’Atalanta, che 2 sconfitte di fila in campionato non le subiva da quasi due anni.
Torna invece alla vittoria l’Inter, un 2-0 in trasferta a spese del Genoa dopo il punto solitario conquistato nelle ultime 2 di campionato tra Lazio e derby. Partita non facile per gli uomini di Conte, che butta in campo dall’inizio Ranocchia ed Eriksen, lasciando in panca De VrijBarella e Hakimi (a disposizione dopo i due tamponi negativi) in vista dello Shakhtar Donetsk per il secondo turno di Champions L.
Nel primo tempo il tema è chiaro: Genoa rintanato, nerazzurri che faticano, anche per merito di una difesa rossoblù molto agguerrita e ordinata. Nella ripresa i padroni di casa provano anche a spingere in avanti, pressando alto, l’Inter appare imprecisa e anche un po’ nervosa. Serve la scossa e il tecnico la trova, indovinate un po’, in Barella al posto di un Eriksen appena meno abulico del solito (qualche buona iniziativa, piccoli segni di risveglio). E il giovane talento della mediana nerazzurra mette subito le cose in discesa, fornendo un prezioso assist a Lukaku  che ancora una volta non si smentisce, e la scaraventa dentro . A poco più di 10′ dal termine, è un altro punto fermo di Conte a chiudere… i conti: su corner di Brozovic, leggera pizzicatina di Ranocchia e D’Ambrosio si avventa sulla traiettoria, mettendo da due passi alle spalle dell’incolpevole PerinDanilo D’Ambrosio, un difensore non più giovane ma esperto, che ultimamente ha rafforzato la sua propensione offensiva, confermando capacità di risolvere partite anche nei momenti decisivi finali. Ulteriore conforto per Conte e la squadra, aver tenuto la porta al sicuro.

Ultimo scontro del sabato sera all’Olimpico di Roma, dove la Lazio sbuffa e fatica, rischiando non poco ma tornando infine alla vittoria in campionato. 2-1 al Bologna di Mihailovic, che se la gioca più che dignitosamente mettendo in apprensione i più quotati avversari, come al 15′ con Svanberg che beffa Reina dal limite con un tiro nemmeno irresistibile, ma ben calibrato. Sembra l’inizio dell’ennesima sorpresa della serata, ma l’azione viene rivista al VAR e spegne l’entusiasmo degli emiliani per un precedente fallo di Schouten.

Passa tutto il primo tempo, ma la Lazio non va oltre un predominio territoriale. La ripresa sembra aver ridato un po’ di energia ai biancocelesti e al 49′ è Akpa Akpro ad avere l’occasione propizia per la Lazio, ma solo davanti a Skorupski non centra lo specchio della porta. Ci pensa 10′ più tardi Luis Alberto a far tirare alla Lazio il sospiro di sollievo: perde palla Danilo sulla trequarti, la cattura il centrocampista laziale e parte verso Skorupski, tiro forte e angolato, palla dentro.  Ma il Bologna c’è ancora, e sfiora clamorosamente il pareggio al 61′ con una quasi perfetta punizione di Orsolini: traversa piena! Scampato pericolo, Lazio che resiste e insiste, riuscendo a raddoppiare al 77′: il suo cannoniere principe, Immobile, raccoglie e infila di testa un prezioso assist in rovesciata di Fares. Un minuto più tardi, nuovamente Bologna vicino al pareggio, con tiro di Barrow dal limite, Reina ci arriva con la punta delle dita e mette in corner.  Gli emiliani però vogliono cancellare lo zero dal tabellino dei gol, e lo fanno al 92′ con De Silvestri:  completamente libero in mezzo all’area, infila una girata precisa alle spalle di Reina per il 2-1 finale. Lazio 3 punti, Bologna 4 sconfitte su 5, e 38esima partita di fila in cui prende gol, eguagliando un record negativo del Duisburg  (Bundesliga) nel 1975.
Cagliari-Crotone 4-2, anche qui si rispettano le nuove tendenze, difese più allegre e gol a grappoli. I sardi centrano la seconda vittoria di fila in campionato (l’ultima contro il Torino).  La formazione allenata da Di Francesco la spunta al termine di una partita pazza , in particolare nella prima metà, con capovolgimenti di fronte ed emozioni. Per i sardi vanno a segno Lykogiannis (25′), Simeone (35′), Sottil (45′) e Joao Pedro (84′), quest’ultimo a segno per la 45esima volta in Serie A con la maglia del Cagliari, raggiunto Oliveira nella classifica al top del club. Al Crotone non bastano le reti di Messias (21′) e Molina (43′). La squadra di Stroppa, ancora a un punto in classifica, mostra a tratti un buon calcio ma paga a caro prezzo l’inferiorità numerica, maturata a inizio ripresa per l’espulsione di Cigarini per doppia ammonizione.

Derby campano tra Benevento e Napoli, hanno la meglio gli ospiti guidati da Gattuso che con il 2-1 conquistano il secondo posto alle spalle del Milan 1 punto sopra.
Benevento organizzato e compatto dietro, bravo a ripartire appoggiandosi su Lapadula davanti. Gli azzurri nel primo tempo soffrono l’atteggiamento di quasi sfrontato degli avversari, subiscono la rete di Roberto Insigne (primo centro in A proprio contro il suo Napoli e suo fratello) e non riescono a rendersi pericolosi come in altre occasioni. Tuttavia l’atteggiamento del Napoli cambia nella ripresa, con gli ingressi di Petagna e Politano (gol partita e assist partita), in grado di ribaltare il risultato. Molto bene il fratellino di Insigne, Lorenzo, che ha vinto il suo derby familiare e ha dimostrato di aver ritrovato la giusta condizione. Benevento solido e temibile per tutti, Napoli che punta in alto.
Parma e Spezia si dividono la posta, 2-2 finale e rimpianti per i liguri al ricordo di ben 3 legni colpiti, che potevano imprimere alla gara un diverso esito.
Gara comunque ricca di gol ed emozioni al “Tardini“, con lo Spezia (che perde alla vigilia Erlic per la positività all’ultimo tampone Covid) in doppio vantaggio con Chabot (28′) e Agudelo (31′), rimbeccato dalla immediata risposta di Gagliolo in tap  in (34′) e Kucka su rigore all’ultimo respiro e ultimo secondo (93′).  Spezia che avrebbe potuto dare agli ospiti il colpo del ko, ma i pali e qualche centimetro di troppo hanno negato un successo che non sarebbe stato demeritato. Ducali a 4 punti, Spezia a quota 5 in classifica.
A Firenze,  l’Udinese sfida la Fiorentina in un match combattuto e, manco a dirlo, ricco di gol come se i risultati “zero a zero” fossero stati aboliti dal regolamento. 3-2 il risultato finale che premia la Fiorentina e punisce l’Udinese oltre i propri demeriti.
Doppietta di Castrovilli (11′ e 51′) e un gol di Milenkovic  (21′) , la Viola non vinceva dalla prima giornata, ma anche oggi nonostante il doppio vantaggio in due occasioni,  non è riuscita a mettere in cassaforte la sua partita, complice qualche distrazione e un gioco che continua a non convincere appieno. La reazione di una pur modesta Udinese è bastata a mettere a nudo i soliti limiti della squadra di Iachini, che comunque torna a far punti. Per definirla guarita, però, sarà il caso di aspettare qualche prova più convincente.
A chiusura della domenica, in serata la Juventus prova a tornare alla vittoria contro il Verona, squadra alla sua portata ma tutt’altro che malleabile. Ed è proprio quest’ultima l’impronta che il Verona ha lasciato sul campo, anche con un pizzico di fortuna (due traverse colpite dalla Juventus) ma assolutamente con merito, conquistando un prezioso 1-1. E se è vero che i bianconeri hanno ovviamente messo in campo un chiaro divario tecnico (nonostante l’assenza di CR7) , è altrettanto vero che il Verona ha impedito loro di concretizzarlo, con una disposizione tattica accorta e tanta determinazione. Situazione che l’ha portata addirittura ad andare in vantaggio con Favilli al 60′, dopo che nel finale di tempo si era evidenziato il momento non brillante della Juventus che colpisce la prima traversa con Cuadrado, e con un gol di Morata che viene vanificato dal VAR per un fuorigioco sfuggito alla terna arbitrale. La Juventus preme alla ricerca del pareggio, ma deve attendere fino al 76′ per assaporarne prima la vicinanza (traversa di Dybala) e ancora un altro minuto per arrivarci finalmente, con una delle azioni di forza tipiche di Kulusewski, che ubriaca un po’ Empereur prima di scaricare di sinistro nell’angolo alla destra di Silvestri. Passano i minuti, e la squadra di Pirlo cerca disperatamente di arrivare al risultato utile per i 3 punti, ma ora anche il portiere veronese tira fuori il meglio del suo repertorio e si oppone agli ultimi tentativi di DybalaMorata e Cuadrado. Finale concitato, nervoso, tra la soddisfazione del Verona e la preoccupazione per Bonucci che ad un quarto d’ora dal termine si ferma, chiede il cambio ed esce per un problema muscolare.  Un punto, sia con il Crotone che con il Verona, suonano inusuali per la squadra di Pirlo e costituiscono un campanello d’allarme in prospettiva Champions, se non per un campionato che è soltanto alla 5a giornata e con una regolarità che già ora, per i noti motivi,  è messa in discussione dagli addetti ai lavori.
A chiudere il turno, lunedì alle 20,45 si trovano di fronte Roma e Milan all’Olimpico, per una conferma del rispettivo buon momento che cercano entrambe, anche se su diverse posizioni.
Arrivederci alla prossima!

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