L’Osservatorio mercato del lavoro di Città metropolitana registra un pesante -40,67%. Più penalizzate le donne.
Nell’autunno nero dove a crescere è solo la curva epidemiologica, preoccupa il trend dei nuovi contratti di lavoro nell’area di Città metropolitana di Milano, in drastico calo rispetto all’anno precedente. I più penalizzati? I giovani under 29 per i quali le forme contrattuali non a tempo indeterminato e i tirocini sono ormai diventati un miraggio.
74.271 avviamenti al lavoro sfumati nel periodo compreso tra gennaio e agosto 2020, che ha fatto registrare 108.330 nuovi contratti contro i 182.601 del 2019. Un pesante -40,67% di contratti di diversa natura che non sono stati finalizzati oppure non rinnovati, lasciando a piedi oltre 35mila giovani, di cui la maggior parte donne, sui quali grava una pesante incognita per il futuro, ora più che mai segnato dall’incertezza.
Questo è il quadro che emerge dall’indagine dell’Osservatorio mercato del lavoro di Città metropolitana, uno spaccato degli esiti della pandemia sull’occupazione che rischia di aggravarsi ulteriormente a seguito della preoccupante crescita della curva dei contagi. Il calo degli avviamenti al lavoro della fascia under 29 rispecchia il trend generalizzato che coinvolge anche le altre categorie di lavoratori. A preoccupare, oggi in particolare, è la tenuta di tutti quei settori che in questi mesi stavano cercando di ripartire e, con il blocco di alcune attività, potrebbero veder vanificati i propri sforzi e avviarsi così verso al chiusura definitiva.
Per i giovani le possibilità di ottenere un contratto a tempo determinato calano del 45,23%, seguono i tirocini con -44,55% e i contratti interinali, che si attestano a -40,86%. Crollo anche per le forme di contratto intermittente che si avvicinano alla soglia del -49%. Nella fascia under 29 i contratti a tempo indeterminato sono già un’eccezione, data la prevalenza delle forme a tempo determinato, e se nel 2019 se ne erano comunque avviati 17.221, ora se ne contano 11.851, pari al 31,18% in meno.
Tra i settori che registrano il calo maggiore di avviamenti al lavoro, spiccano le professioni connesse con il mondo della ristorazione, che tocca il -63,32%, seguono gli specialisti in scienze umane con un -48,38%, di poco sotto le professioni artigiane e gli operai specializzati che sfiorano il -48%, segno meno anche per gli impiegati (-31,88%), chiudono architetti e ingegneri con un -16,27%.
Buona invece la tenuta delle professioni legate alla sanità, in forte crescita l’assistenza domestica e, inaspettatamente per l’area milanese, registrano un aumento che di poco non raggiunge la doppia cifra (+9,90%) gli avviamenti come agricoltori e operai specializzati nel settore agricolo.
In un quadro fortemente segnato dall’incertezza per i mesi a venire, i sindacati allertano sulle possibilità di forme di sfruttamento e di precariato fuori controllo, dove le poche tutele rischiano di saltare del tutto esasperando condizioni già critiche prima dell’acuirsi della pandemia.
Micol Mulè
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,