Il commento di Luciano: 7a giornata di serie A

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Anticipo n.1, venerdi a Sassuolo la squadra di De Zerbi, annunciata  in gran forma, tenta la conquista della vetta della classifica, anche se provvisoria, affrontando una Udinese che parte intenzionata a non porgere alcun inchino alla quotata formazione emiliana. E difatti concretizza queste premesse in campo, imbrigliando tatticamente la manovra emiliana con una fitta rete di interdizione e ripartenze ma senza pungere, e alla fine il risultato non si schioda dal punteggio iniziale. Senza reti si conclude l’incontro, combattuto più che altro a centrocampo ma con ben poche emozioni sui due fronti per merito delle difese, che poco concedono ai rispettivi avversari in attacco. Fallisce dunque il sorpasso storico ai danni del Milan, il quale è tuttavia era atteso ad un riscatto nella non facile Verona, dopo la brutta delusione in coppa, ma alla fine le distanze rimangono invariate grazie al sorprendente pareggio dei veneti a S.Siro.
Sabato, tre anticipi per riprendere la sagra del gol a cui eravamo ormai abituati. Almeno CagliariSampdoria e Benevento- Spezia rispettano questa abitudine, non altrettanto fanno Parma e Fiorentina che si annullano a vicenda.
Il Cagliari si ripropone in zona centrale della classifica con la seconda vittoria consecutiva in casa (2-0), stavolta a spese della Sampdoria. Al  Sardegna Arena il successo è firmato dai gol di J.Pedro (48′, rigore) e Nandez al 68′, bella la sua conclusione. Successo meritato per la squadra di Di Francesco che, pur senza strafare, si fa preferire alla Samp forse un pò scarica dopo il pareggio nel derby. Partita poco attraente, condizionata per i blucerchiati dall’espulsione di Augello poco prima del riposo, a causa di un fallo da ultimo uomo su Nandez. Nella ripresa la svolta con Joao Pedro e Nandez . Nel finale annullata una rete a Sottil per impercettibile offside di Ounas.
La partita successiva, BeneventoSpezia, offre qualcosa di più e premia con merito i liguri, con un 0-3 esterno che non ammette obiezioni. Gli uomini di Italiano appaiono più organizzati e capaci, nel primo tempo segna di nuovo (29′) Pobega, dopo la rete alla Juventus di domenica scorsa, e nella ripresa Nzola trova la sua prima doppietta in Serie A (65′ e 70′) chiudendo definitivamente i conti. I campani hanno un accenno di reazione solo dopo il primo svantaggio, centrano un palo (Lapadula), ma è solo un’illusione. E così, mentre Italiano si gode la sua seconda vittoria, Inzaghi traballa: è alla quarta sconfitta consecutiva in campionato, una marcia…all’indietro.
Chiude il trittico in serata ParmaFiorentina che, come anticipato, si dividono la posta (0-0) al termine di un incontro pressochè monotono e incolore. Partita che si combatte a centrocampo, con tentativi di affondo che vengono puntualmente smorzati dalle rispettive difese e senza nemmeno troppo affanno. Soltanto un paio di occasioni per parte, ma portieri tutto sommato inoperosi per la gran parte dell’incontro. Parma che galleggia nella zona bassa a 5 punti, e viola appena 2 più sopra.

Prima domenica di secondo lock down, e la Juventus che all’Olimpico era ormai ad un passo dal “verde” sull’1-0 contro la Lazio, si ritrova nuovamente in “giallo” come la zona della regione. Mezzo stop (1-1) dopo una partita in cui aveva quasi chiuso ogni sentiero verso il gol ai biancocelesti di Inzaghi, dopo la solita zampata di Ronaldo (15′) che procura il vantaggio alla Juventus. Lo stesso Ronaldo, non sazio, aveva fatto tremare il palo alla sinistra di Strakosha poco prima del riposo, e la squadra di Pirlo appariva in grado di condurre in porto una vittoria che, fino a quel punto, era un risultato frutto di una superiorità tecnico/tattica non assoluta ma tangibile. Da non trascurare un’assenza non da poco per la Lazio, e si tratta di Immobile bloccato da un tampone, ma la squadra ha comunque lottato dignitosamente, mettendo in una certa difficoltà i bianconeri nel finale con un arrembaggio che alla fine è sbocciato nel gol. Ed è un pareggio che, tutto sommato, premia lo sforzo finale della Lazio, una spinta che con orgoglio e determinazione ha trovato in Caicedo un giustiziere dell’ultimo minuto, togliendo alla Juventus la convinzione di aver fatto un passo decisivo verso la vetta, occupata ancora dal Milan.

Nel pomeriggio altri 4 incontri, Genoa-RomaAtalanta-InterTorino-Crotone e Bologna-Napoli.
A Genova la spunta (1-3) una Roma orfana del suo centravanti, Dzeko è anche lui fuori causa per positività Covid, ma nessun problema per i giallorossi: Mkhitaryan si traveste da bosniaco, manda ko il Genoa con una tripletta e la Roma al terzo posto in compagnia del Napoli, davanti a Juventus e Atalanta. Prova convincente per i giallorossi, colpiscono una traversa  proprio con Mkhitaryan ma dalla metà del primo tempo, con il Grifone molto chiuso dietro, gli spazi scarseggiano. Il colpo di testa dell’armeno sul finire del primo tempo sblocca il match, ma al rientro Maran cambia lo schieramento e sorprende i giallorossi, con il pareggio di Pjaca dopo pochi minuti. Gli uomini di Fonseca rimangono però desti, trovano la quadra e al 68 ‘ tornano avanti con il piattone vincente di Mkhitaryan, su assist preciso di Bruno Peres. Il tris dell’armeno a pochi minuti dal 90′, su delizia di Pedro, chiude la partita: seconda vittoria consecutiva per la Roma, altro stop per Maran che ora è terz’ultimo a pari punti con il Torino.

Altra partita di cartello a Bergamo, Atalanta e Inter si accontentano di un 1-1, in attesa del ritorno ad una vittoria che cercano entrambe, per scacciare l’incubo delle delusioni europee. L’Inter ancora senza Lukaku, in recupero dopo l’infortunio che l’ha tenuto fuori nelle ultime due partite, ma in panchina e pronto al subentrare a circa 10 minuti dal termine. Partita equilibrata nella prima parte, con le difese che sembrano guardinghe e poco disposte a concedere occasioni clamorose, ma è l’Inter a creare qualche pericolo in più per i bergamaschi, senza tuttavia riuscire a finalizzare le azioni. Nel secondo tempo l’Inter parte con più determinazione e avanza il fronte d’attacco, tanto da arrivare al vantaggio al 56′ con Lautaro, che incorna perfettamente su cross di Young e batte Sportiello senza scampo. L’Inter insiste e 10 minuti più tardi manca clamorosamente l’occasione per chiudere la partita, con Vidal che arriva solo davanti al portiere ma non angola il tiro e Sportiello respinge,  sulla ribattuta piomba Barella che spara a botta sicura ma il portiere salva miracolosamente ancora in angolo. Atalanta che vacilla ma non cade, e riesce a riagguantare il pareggio al 78′ con Miranchuk, entrato da poco più di un quarto d’ora in sostituzione di Pasalic.  L’Atalanta, scampato il pericolo di una nuova sconfitta casalinga, sfiora nel finale anche la vittoria con Muriel che, in tuffo, da pochi passi non riesce ad intercettare un cross dalla destra. Pallone sul fondo e in pratica la partita si chiude con un pareggio, sostanzialmente giusto, ma con l’inquietudine di Conte che non riesce a riportare alla vittoria l’Inter nonostante l’ingresso, forse un pò tardivo, di Lukaku. Il bomber nerazzurro tocca qualche pallone interessante, ma nulla più in attesa di un suo ritorno dall’inizio che tutta l’Inter si augura, dopo la sosta per le partite di Nation League.

Il Napoli invece sbanca Bologna (0-1) , e lo fa da grande squadra andando subito avanti nel punteggio, gestendo e cercando il raddoppio. Koulibaly si vede annullato dalla VAR un gol per un tocco di mano di Osimhen, e il Napoli soffre nel finale ma ora gli azzurri si ritrovano al terzo posto, a quota 14 punti e vicini al primo posto del Milan. Tardiva reazione del Bologna, spronati troppo tardi da Mihajlovic e incapaci, fino all’ultimo quarto di partita, di impensierire il solido Napoli. Alla sosta arrivano entrambe con fiducia, i campani consapevoli di avere i mezzi per rimanere nelle zone alte della classifica, gli emiliani speranzosi di recuperare qualche elemento, visti i tantissimi infortuni di questo inizio di stagione.

La 7ª giornata “regala” un altro 0-0, in controtendenza in questo campionato. Torino e Crotone si annullano a vicenda, con due tiri in porta di Messias e un palo casuale di Gojak. Nel finale Luperto si fa espellere per doppia ammonizione. Le squadre di Giampaolo e Stroppa devono fare ben altro per smuovere la classifica, che per ora piange: calabresi ultimi a 2 punti e granata terz’ultimi a 5.
Ultima della serata, a S.Siro si affrontano Milan e Verona, e come Atalanta e Inter anche i rossoneri hanno fretta di tornare alla vittoria, impresa nei pronostici ma smentita dal risultato finale, 2-2. Il Milan ci prova dall’alto del suo podio in cima alla classifica e anche col blasone, ma Il Verona si conferma poco malleabile, e addirittura si permette il lusso di andare in doppio vantaggio dopo 20 minuti con un gol di Barak al 6′, e una deviazione fatale di Calabria al 19′ su un tiro di Zaccagni. Ombre scure si addensano sulla squadra di Pioli, che deve remare per recuperare la botta e non può neppure permettersi un nuovo passo falso casalingo, dopo il clamoroso tonfo in Europa L. Inizia quindi un arrembaggio, non lucidissimo ma costante, che vede episodi sui quali il Milan recrimina un pò a torto e un pò a ragione. Al 23′ il portiere gialloblu sventa in angolo un altro tentativo di Leao, ma pochi minuti più tardi i rossoneri accorciano: cross di Saelemaekers in area e deviazione vincente di Kessie. Al riposo sotto di un gol, il Milan si ripresenta con piglio bellicoso, ma rischia grosso al 50′ con Zaccagni che irride Calabria e tocca in mezzo all’area per Di Marco, che di destro mette i brividi a Donnarumma andando a sfiorare l’incrocio. Gol annullato al Milan pochi secondi dopo, Calhanoglu colto dalla VAR in leggero off side. Al 66′ clamoroso errore di Ibrahimovic, che calcia alto un rigore mancando il pareggio, ma tenta la vendetta 10′ più tardi colpendo in pieno l’ìncrocio. Scade il tempo regolamentare e il MIlan si vede annullare un secondo gol che pareggiava i conti: Calabria segna su un rimbalzo da contrasto di Ibra, ma lo svedese tocca leggermente col braccio e la VAR se ne accorge. Partono 6 minuti di recupero, e quando ne passano più di metà arriva proprio da Ibrahimovic il definitivo e stavolta valido pareggio, di testa su cross di Diaz. Pioli esulta, il suo Milan conserva la vetta e si salva da una sconfitta inopinata, che avrebbe potuto creare qualche incrinatura nella condizione psicologica della squadra.
Ora una sosta per le nazionali, che potrebbe giovare in relazione ai recuperi da infortuni e contagi. Ovviamente con l’augurio che questi ultimi allentino finalmente la presa in linea generale e non solo sul mondo del pallone, che in ogni caso tra mille polemiche dà il suo contributo alla speranza di un ritorno alla normalità.

Arrivederci alla prossima!

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