Tempi duri per tutti. Clienti e fornitori. È anche per questo che il 66% delle aziende lombarde, contro il 61% della media italiana, durante la crisi causata dal Covid 19 ha provato a mantenere quote di mercato accettando termini di pagamento più lunghi pur di non perdere clienti. Una percentuale, quella lombarda che più di ogni altra si avvicina a quella europea, dove la media di chi ha accettato dilazioni è del 71%, a fronte di un 65% pre-Covid. A rivelarlo sono i dati dello EuropeanPayment Report (Epr), survey condotta da Intrum, operatore europeo dei credit service, dopo aver intervistato le figure che ricoprono posizioni di responsabilità in 9.980 aziende che operano in 11 settori industriali differenti e di 29 Paesi europei. Interviste, di cui 864 in Italia, condotte sia nella fase pre-Covid 19 (febbraio 2020) che durante la pandemia (da maggio 2020). Tra i risultati della ricerca spicca la rinnovata vocazione internazionale delle nostre imprese: il 22% delle aziende italiane riceve pagamenti dall’estero (erano il 16,5% lo scorso anno) e in Lombardia il dato è molto più alto, arrivando a toccare il 73%. Se ci si immerge nell’analisi dei vari settori, si scopre che nel 2016 la P.a. italiana pagava in media in 131 giorni, nel 2017 in 95 giorni, nel 2018 in 104 giorni e nel 2019 in 67 giorni. Nel 2020 il dato è pari a 60 giorni e in Lombardia nel 2020 il 72% dei pagamenti dello Stato sono effettuati entro 75 giorni. Nel B2B, nel 2016 le aziende italiane pagavano in media loro aziende controparti in 80 giorni, nel 2017 in 52 giorni, nel 2018 in 56 giorni, n12019 in 48 giorni e nel 2020 in 49 giorni, con 1’80% delle aziende lombarde che paga, ad oggi, i propri fornitori entro 75 giorni. Per il B2C, nel 2016 i consumatori italiani pagavano le aziende in media in 37 giorni, nel 2017 in 39 giorni, nel 2018 in 28 giorni, nel 2019 in 24 giorni e nel 2020 in 31 giorni, quando in Lombardia il 76% dei clienti consumer paga entro 75 giorni. (Libero)
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