Milano: giorni di nebbia politica e di scighera

Milano

Giorni di nebbia, quasi un simbolo dell’autunno milanese, una memoria che ritorna per ricordare il trascorrere del tempo. Dovrebbe terminare oggi, secondo il meteo. Dovrebbe segnare un periodo, breve o lungo non so, di maggiore limpidezza. Purtroppo la nebbia politica sta percorrendo un tempo che sembra non finire mai, con lampi e fulmini imprevedibili e deflagranti, voluti da chi può: leggi regole, restrizioni, multe da capogiro…E davanti a imposizioni che inginocchiano famiglie, individui, bambini è devastante vedere infittirsi la nebbia politica.

Questo blocco che annulla il calore umano, potenzia la solitudine, è il controcanto di una società e di una città che sembrano non saper pensare. E il rimpianto di una scighera affettuosa che avvolgeva sentimenti e comunicazioni nelle case calde e ricche di piccoli o grandi progetti di Natale. Diventa stucchevole e inutile il pronostico: si festeggerà il Natale? L’unica voce che rompe le indecisioni, le contraddizioni, la mancanza di programmazione è la rabbia di chi vuol lavorare, produrre. Ed è un’aspirazione piccola, elementare, quasi scontata. Ma la nebbia politica ha rallentato la chiarezza delle idee, delle cose da fare. E, senza essere monotona, ma la nebbia in cui vivono rom e immigrati, dà la misura di una libertà anche di contagio, inqualificabile.

Com’era bella la scighera che custodiva anche i sogni!

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