Sala vuol fare il deserto e chiamarlo periferie
Ricapitolando: in principio, cioè quattro anni fa, le periferie dovevano essere il cuore dell’azione del neo sindaco. In pratica, sappiamo tutti come sia finita. Bandi mirabolanti e cosmici annunciati, risultati stentarelli e comici ottenuti. C’è però qualcosa di più, in questa vicenda. Ce lo racconta il Consigliere del Municipio 7 Franco Vassallo:
“Partiamo dalla Realtà: la Milano di cartapesta nata dall’Expo si è sciolta sotto la tempesta Covid. Questo ha evidenziato tutte le falle nel piano di Beppe Sala riguardante la città. L’idea di un centro eco e green, circondato da sobborghi in stile Americano, con tutto quello che serve a 15 minuti a piedi, non funziona e non può funzionare senza un flusso di denaro importante.
Mi spiego meglio: una città che nella visione di Sala, Majorino e Maran che non produce, ma pensa, festeggia e consuma per vivere ha bisogno di soldi esterni. Questo significa finanza e soprattutto turismo ed immigrazione. Questi tre fattori sono tutti in crisi. La recessione globale ha rimesso in crisi la finanza, almeno quella che arriva qui da noi. L’epidemia ha chiuso i confini. Lo smart working ha reso di nuovo competitive le città di provincia del Nord.
Manca quindi la linfa per far vivere la città. Ed i soldi si ritirano dalle periferie, per concentrarsi in centro. A questo, se non si cambia modello di sviluppo e sindaco, seguirà il collasso dell’intera periferia. I primi a saltare saranno i programmi urbanistici. Poi verranno quelli sociali. Ed improvvisamente ci troveremo favelas al posto delle case popolari. Una città che non produce e vive un eterno Truman Show ha questo come prospettiva, presto o tardi.
A noi è capitato oggi, con la grande occasione di poter cambiare tutto, dalla mobilità punitiva delle piste ciclabili pensate per rovinare la vita agli automibilisti, alle zone 30 in pieda pandemia, alla concezione di città come show vivente. Non siamo comparse sul palcoscenico dell’ideologia di Sala. E glielo potremo dire direttamente, tutti, con la matita copiativa l’anno prossimo. Sempre, ovviamente, che i compagni democratici decidano di farci votare, naturalmente…”

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Con il Piano Aria e Clima vogliono trasformare profondamente ed invasivamente la struttura urbanistica e viabilistica della città, a modo delle ”avanzatissime” città del nord (Parigi e le sue banlieue). Ma a noi lo hanno chiesto? Hanno informato i cittadini di cosa gli succederà nei prossimi anni? Con la copertura mediatica, garantita dalla crisi sanitaria, stanno implementando sotto traccia le loro idee con i nostri soldi.