Non sarà un’opera in teatro come da tradizione (nel caso specifico “Lucia di Lammermoor” di Donizetti) ma un lungo e complesso “evento” televisivo, in parte in diretta in parte registrato, ad inaugurare il prossimo 7 dicembre la nuova stagione della Scala di Milano. Stagione per altro mai presentata dato che la consueta conferenza stampa d’ottobre era stata cancellata di fronte al dilagare della pandemia. Così, dopo aver costretto il Piermarini prima a modificare e poi a cancellare buona parte degli appuntamenti in cartellone quest’anno, a mettere in quarantena una trentina tra cantanti e orchestrali, il Covid è riuscito anche a far saltare la serata inaugurale, quella più attesa e mondana, come non succedeva dall’ultima guerra. Il gala televisivo “A riveder le stelle” proporrà una selezioni di famosissime arie e duetti d’opera interpretati da 24 tra i cantanti lirici più noti al mondo, episodi orchestrali e balletti (uno interpretato da Roberto Bolle). A presentarlo, questa mattina rigorosamente in streaming, sono stati i vertici del teatro insieme con l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini e dal regista della serata, Davide Livermore, oramai noto anche al “pubblico a casa” per il successo ottenuto con la diretta, sempre su Rai 1, delle Prime degli ultimi due anni, “Tosca” nel 2019 e “Attila” nel 2018.
“Tutti noi sognavamo di fare il 7 dicembre in teatro ma abbiamo accettato che in questo momento non si può per non mettere a rischio la salute degli artisti e dei lavoratori – ha spiegato il sovrintendente Dominique Meyer – e abbiamo fatto di necessità virtù per offrire una cosa straordinaria: non un concerto tradizionale ma qualcosa di speciale che non si è mai visto prima e che forse non si vedrà mai più”. Premettendo di aver “un po’ di dolore per la mancata prima edizione di ‘Lucia di Lammermoor’ (abbiamo dovuto cambiare rotta controvoglia, contronatura rispetto alla programmazione che avevamo deciso”), il direttore musicale della Scala, Riccardo Chailly, ha affermato che “la serata si articola attraverso cinque titoli verdiani, tre pucciniani, tre doniezzettiani, a cui si aggiunge un Rossini e un Umberto Giordano, cinque autori imprescindibili per la storia del melodramma e della Scala, alternati a tre autori stranieri, Georges Bizet, Jules Massenet e Richard Wagner, 16 titoli per abbracciare un secolo di musica”. “Si alterneranno famosissime arie e tre duetti e per noi non sarà facile alternare narrazioni musicali così diverse: partiremo dal tema della maledizione di Rigoletto per poi arrivare a Rossini con la gioia per la libertà riconquistata” ha continuato Chailly, sottolineando che sarà “un concerto lungo e molto complesso, con i più grandi cantanti della scena lirica attuale. “Non ho mai diretto un concerto senza pubblico – ha concluso – per me sarà un debutto totale: molto differente e allo stesso tempo molto bello”. (askanews)
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