Stefano Parisi, consigliere comunale e candidato sindaco del centrodestra alle comunali di Milano 2016, interviene al dibattito online “Ricostruire Milano”, organizzato dai liberali e dai popolari per “un programma comune per il rilancio della città.
“Dobbiamo essere in grado di fare un patto morale per Milano, il centrodestra non è più quello del 2016, quando le forze radicali erano marginali. Oggi gli equilibri sono diversi e noi dobbiamo reinterpretare la politica liberale per una città com’ è Milano oggi. E’ evidente che abbiamo molte idee delle cose da fare, grazie anche tradizione di buon governo della città che abbiamo alle spalle. Ma oggi questo non basta più: dobbiamo ricostruire e rifare un patto morale, essere forti non perché solo abbiamo fatto grattacieli o perché abbiamo le soluzioni per attrarre investimenti. Oggi dobbiamo capire quali sono le priorità. Tutta la città deve occuparsi di tutti, non possiamo lasciare indietro nessuno, c’è una Milano che ha sofferto e non si risolve nulla con pagine patinate di giornali di una Milano grande nel mondo”. Un patto che abbracci la complessità della società milanese, che non sia unidirezionale, radical chic. E prosegue “La logica green condiziona lo sviluppo e ridurrà in modo drammatico le opportunità di crescita. Dobbiamo rifletterci bene perché abbiamo sicuramente bisogno di sviluppo sostenibile, ma soprattutto di sviluppo: non si trovano opportunità occupazionali e non si trova parità di genere se non c’è un Pil che cresce. …Il ruolo del pubblico deve essere di sussidiarietà e dobbiamo sconfiggere il modello fortemente radicato nel comune di Milano di una sussidiarietà che si traduce in un rapporto con il volontariato che è un braccio armato del pubblico. Dobbiamo smettere di finanziare le associazioni e le onlus, dobbiamo finanziare la domanda e creare una vera concorrenza tra chi offre servizi per avere più qualità e efficienza. Dobbiamo spostare questo modello, di cui Majorino è il campione, a un modello di vera sussidiarietà.”
E il riferimento alla “Brigata” organizzata strumentalmente dai Centri sociali è evidente, come è lampante la vicinanza del Comune agli antagonisti, dopo la risposta dello stesso Majorino “Vedo che Stefano Parisi torna a occuparsi di Milano dopo tempo e mi dà del ‘campione’ del modello milanese che prevede che il volontariato sia ‘braccio armato’ del pubblico. Grazie, non poteva farmi complimenti migliori, io non credo al privato che si fa gli affari suoi”. Ma Majorino non era a Bruxelles?