Il commento di Luciano: 9a giornata di serie A

Sport
Buon lunedi amici sportivi, avvio della nona giornata con 3 anticipi del sabato, prime a scendere in campo allo stadio Mapei di Sassuolo la squadra locale e l’Inter. I nerazzurri sono attesi ad una gara di riscatto dopo le bufere delle ultime prestazioni, in particolare la nuova sconfitta casalinga di mercoledì contro il Real. Il Sassuolo d’altra parte vorrebbe confermarsi come rivelazione del campionato, e conservare il secondo posto alle spalle della capolista Milan, ma stavolta l’Inter non stecca e la sua “nona”, se non proprio una sinfonia, è almeno una partita orchestrata in maniera degna dei colori che la distinguono. Infatti, approfittando anche della giornata non felice di Chiriches che perde un pallone su cui si avventa Lautaro, va in vantaggio dopo soli 3 minuti con Sanchez, servito proprio dal “toro” argentino. Ci prova poi Perisic con un diagonale dalla sinistra che Consigli intercetta a fatica, e all’11’ è ancora Lautaro a sfiorare un gran gol con un pallonetto dai 25 metri che esce di poco. Ma al 14′ è ancora Chiriches, in giornata decisamente storta, a procurare guai alla sua squadra, deviando in rete una botta di Vidal dal vertice dell’area piccola. Doppietta da ko per il Sassuolo, che in un quarto d’ora si ritrova sotto di 2 gol, ma abbozza una reazione e Djuricic fa la barba al palo al 21′. Si va al riposo con un risultato che l’Inter merita per il gioco messo in campo, aldilà dei gol maturati con un po’ di casualità. Nella ripresa la squadra di Conte non mostra stavolta cedimenti in una difesa finalmente bendisposta, quasi in una specie di “3+1″con il ritorno di Skriniar in buona forma a far coppia con DeVrij, e il supporto di Bastoni e Darmian. Arriva così il gol della sicurezza con Gagliardini al 60′, che segna il 3-0 con un secco diagonale al volo su lancio di Darmian. Partita chiusa, anche se c’è ancora spazio per un tentativo di arrotondare il già robusto punteggio con Sanchez, che spara un destro al volo dal limite, con pallone poco alto sulla traversa, e un gol di Lukaku da poco in campo, ma pescato in fuorigioco e quindi nullo. Inter che quindi torna nei quartieri alti della classifica, e lo fa proprio agganciando il Sassuolo, squadra che da tempo era indicata come la sua “bestia nera”. Un momento molto delicato in cui era attesa ad una prova di carattere, che in effetti c’è stata.

Secondo incontro delle 18, a Benevento c’è la Juventus che tenta il bottino pieno ma rinuncia al suo bomber principe, CR7 riposa in vista delle prossime sfide europee. E guarda caso i bianconeri se ne accorgono, il risultato non va oltre l’1-1 al “Ciro Vigorito“, grazie ad un Benevento quadrato e grintoso. Ma la Juventus si appoggia ad un Morata sempre in stato di grazia, e con lui comunque passano al 21′ con un diagonale mancino. Dopo il raddoppio fallito da Dybala, la squadra di casa pareggia a fine primo tempo con una splendida volée di G.Letizia, che da napoletano doc dedica la propria rete a Diego Maradona.

Nella ripresa, al termine di un finale piuttosto movimentato (Morata espulso per proteste dopo il triplice fischio), alla Juve è mancato quel guizzo su cui solitamente conta, ma che oggi non poteva comparire perché seduto in panca colui che in genere lo inventa. 17 i punti in classifica per Pirlo, che assiste ad una gara molto simile a quella di La Spezia, dove però venne salvata dall’ingresso in campo di CR7. La “Strega” di Pippo Inzaghi, invece, naviga ora a quota 10 grazie al primo pareggio in campionato.
Ultimo anticipo a Bergamo dove la “Dea” Atalanta, reduce dal brillante turno di Champions L. che l’ha vista dominare nientemeno che i campioni d’Europa a Liverpool,  affronta il Verona di Juric. E se ancora a qualcuno non è chiaro che il calcio non è una scienza esatta, eccone un’altra prova: la partita non la vince la squadra che ha battuto il Liverpool, ma il Verona che, con tutto il rispetto, ha una dimensione internazionale macroscopicamente inferiore agli inglesi,  ed anche alla stessa Atalanta. Tuttavia occorre analizzare l’andamento dell’intero incontro e non soffermarsi al risultato che, indubbiamente, può sembrare clamoroso (0-2) ma è maturato nel corso di un confronto equilibrato , vivace e ricco di ghiotte occasioni in particolare nella parte finale della ripresa.  E’ proprio il Verona a passare nel momento forse migliore dell’Atalanta, quando al 60′ Zaccagni imbeccato da Di Marco va a terra in area su intervento di Toloi. Rigore netto, l’arbitro non ha dubbi e Veloso dal dischetto non perdona GolliniGasperini effettua un doppio cambio immediato e inserisce Muriel al posto di Zapata e Lammers per Ilicic, e qualche minuto dopo anche il portiere Gollini esce per un colpo al ginocchio e al suo posto entra Sportiello. L’Atalanta cerca l’arrembaggio, ma il Verona si difende con i denti e dal 70′ in poi la partita si infiamma con una raffica di occasioni su entrambi i fronti. Favilli insidia più volte la porta bergamasca, che replica con Muriel sempre pericoloso, ma si scopre e rischia fino a subire il raddoppio all’83’ con Zaccagni, su lancio preciso di Veloso. Partita che si chiude con il Verona che si porta a casa 3 punti forse inattesi, ma non demeritati, e Atalanta apparsa un po’ appesantita dall’impegno di coppa. Ma Gasperini non drammatizza e rincuora i suoi, invitando a concentrarsi sui prossimi impegni.
Va molto peggio all’altro Inzaghi, che alla guida della Lazio incassa una brutta ed inattesa batosta casalinga contro l’Udinese che, con tutto il rispetto, è ben altra cosa che gli avversari di coppa. Un 1-3 con cui una Lazio probabilmente stanca dalle fatiche di Champions, cade all’Olimpico sotto i colpi di ArslanPussetto e Forestieri. A nulla vale, al 74′, il rigore trasformato da Immobile. I biancocelesti falliscono l’aggancio alla Juventus e restano a 14 punti, mentre i friulani al secondo successo consecutivo, salgono a quota 10. Udinese che si presenta all’Olimpico con una lista di assenti, probabilmente riconducibili al Covid-19, tra cui quelle di Okaka, Nestrovski e dall’allenatore Gotti, sostituito dal suo “secondo”, l’ex tecnico del “Crawley Town“. Dichiarazioni pre partita del ds bianconero Marino: “Non siamo più un’isola felice. Le nazionali ci hanno creato parecchi problemi: un giocatore è rientrato positivo, ed ecco il motivo di alcuni contagi.
Eccoci alla serie del pomeriggio di domenica, con BolognaCrotone.
Il Bologna trova i tre punti e mette finalmente fine alla striscia di 41 partite consecutive in campionato con almeno un gol subito: finisce 1-0 al Dall’Ara contro il Crotone, grazie al gol di Soriano allo scadere del primo tempo. Vittoria importante per Mihajlovic, al secondo successo consecutivo in campionato, e riparte dopo il ko in Coppa Italia contro lo Spezia. Dodici punti in classifica per gli emiliani, due per il Crotone, sempre ultimo. Buon primo tempo per gli uomini di Stroppa, che creano più pericoli degli avversari ma subiscono gol a pochi secondi dall’intervallo. Episodio che spegne i calabresi, incapaci nella ripresa di creare pericoli dalle parti di Skorupski.
ll Milan di Pioli San Siro vince in scioltezza contro la Fiorentina di Prandelli.  Un secco 2-0 , con reti di Romagnoli e Kessie (su rigore) nel primo tempo. Supremazia netta quella dei rossoneri che, anche senza Ibrahimovic, hanno annichilito la squadra toscana, evidenziando da subito una evidente superiorità e gestendo poi senza incertezze il doppio vantaggio. Squadra organizzata, ben messa in campo, che sale a 23 punti nelle prime nove giornate (risultato mai ottenuto nella storia del club nell’era dei tre punti a vittoria) e ottiene il 21° risultato utile in campionato nel post lockdown. Diversi problemi, al contrario, per la Viola, squadra che avrebbe anche elementi qualitativi, ma che sembra slegata, poco convinta e organizzata. Milan sempre saldo in vetta, Fiorentina sempre più in basso, 2 facce opposte della stessa partita.
Cagliari- Spezia 2-2.
Era il 26 Maggio 2019, giorno in cui segnava l’ultimo gol. Dopo 553 giorni di astinenza (e due infortuni) , Leonardo Pavoletti torna al gol. E lo fa da attaccante di razza : tacco, in anticipo sul portiere. La prodezza dell’attaccante classe ’88 non basta, però, per regalare i tre punti al Cagliari, che dopo aver recuperato lo svantaggio iniziale (gol di Gyasi al 35′ per l’1-0 spezzino) ed essere passato in vantaggio appunto con Pavoletti al 59′, si fa recuperare dallo Spezia al 92’ con un calcio di rigore trasformato da NzolaDi Francesco rimane undicesimo a quota 11, distanti solo un punto gli uomini di Italiano, protagonisti di un ottimo inizio di campionato con due vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte.
Ultimi a scendere in campo per il derby del Centrosud, Napoli Roma a contendersi 3 punti che possono significare molto per entrambe. E già nella prima frazione di gioco è il Napoli a mostrarsi più intraprendente e incisivo, specie nei 20 minuti centrali quando colleziona una lunga serie di calci d’angolo e numerose occasioni, che però non danno i frutti sperati anche perché la Roma arriva, sia pure all’ultimo istante, a murare i tiri avversari o a dare modo al portiere Meret di mettersi in mostra con tempestivi interventi. Ma il Napoli non demorde e alla mezz’ora è Insigne a onorare la memoria di Diego Maradona, andando a segno con un magistrale calcio di punizione da poco fuori area. Miglior suffragio non poteva esserci, con un napoletano doc che evoca le gesta del re della Napoli calcistica. Nella ripresa sembra esserci il medesimo copione, Napoli che comanda la partita e Roma che stenta a proporsi con pericolosità nella retroguardia azzurra ben presidiata e attenta. Al 64′ ecco infatti il raddoppio del Napoli con Fabian Ruiz, che da poco fuori area sorprende Meretcon un preciso rasoterra sulla sua sinistra. Tenta di reagire la Roma e crea un paio di occasioni ma il Napoli non cede un metro, anzi punge ancora la difesa romanista con rapide ripartenze e arrotonda ancora il bottino all’81’con Mertens, che riprende una respinta corta di Meret su gran tiro di Elmas.  Roma ormai allo sbando, e Politano da poco entrato ne approfitta ancora all’86’ : percussione sulla sinistra, vince un contrasto, scarta anche il portiere e mette il sigillo sulla clamorosa quaterna dedicata a Maradona. Roma, una brusca e dolorosa frenata, e per il Napoli una robusta iniezione di fiducia e autostima, perché la vittoria non fa una piega.

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