In attesa sull’orlo del baratro: la terza ondata Covid a Milano
Cerchiamo di essere, per una volta, seri ed apartitici. Una terza ondata di Covid non ce la possiamo permettere. Sarebbe un disastro economico irrimediabile. Eppure, dati alla mano, pare che da parte del Governo si stiano per ripetere tutti gli errori estivi, senza aver impegnato assolutamente nulla. Ci fa un’analisi impietosa della situazione il Consigliere di Municipio 7 Franco Vassallo:
“Quest’estate il problema erano i ragazzi di 18 anni che festeggiavano la maturità in Croazia. Fa nulla che tra il loro rientro e la seconda ondata siano passati 45 giorni a fronte di 14 di incubazione del virus. Serviva un colpevole facile da individuare e da odiare. Era importante trovarlo perché altrimenti ci saremmo dovuti confrontare con la realtà. E cioè che il Governo non sa gestire questa pandemia.
All’Italia mancano tre cose per poter convivere col COVID: 1. un sistema di trasporto efficiente, dove il pubblico e le biciclette non siano usati come armi contro il trasporto privato 2. Un sistema sanitario in grado di occuparsi effettivamente dei malati. E quindi dove ci sia, oltre che agli strumenti sanitari, anche medici ed infermieri per utilizzarli 3. Un sistema di regole efficaci assistite da controlli rigorosi. Con la contropartita di un patto d’onore tra Stato e persone: se le rispetti resti aperto.
Stiamo chiudendo la pratica seconda ondata in tempo per il Santo Natale. Credete che il Governo stia anche solo pensando a questo? Ovviamente no. Sta preparando un’altra categoria di nemici pubblici: i credenti che vogliono andare alla Messa di mezzanotte. A Milano, poi, si aggiunge una Giunta che con piglio tignoso sta demolendo la possibilità di spostamento dei privati. Le piste ciclabili, fatte (viale Monza, solo per fare un esempio) e annunciate (ultima quella sul ponte della Ghisolfa), vanno tutte in questa direzione. Impedire, rallentare e dissuadere. Con il risultato di avere mezzi pubblici che scoppiano e contagi inevitabili.
Se invece di creare ristori, investissimo sui tre punti appena nominati, avremmo una UE che ci finanzia assai più volentieri, risultati migliori e meno emergenze. Invece abbiamo centinaia di morti al giorno, il PIL in caduta libera e un disastro annunciato a febbraio quando, dopo aver accusato i credenti e i fuori sede di aver esportato il morbo, alla riapertura delle scuole, con metro e bus strapieni e pochi operatori sanitari a fronteggiare l’emergenza, ci troveremo davanti alla terza ondata.
Solo che stavolta nessuno, a partire da Beppe “Alice nel Paese delle Meraviglie” Sala, potrà dirsi innocente. Sapevano, sapevamo, tutti cosa serviva e cosa andava fatto. Ma abbiamo preferito i bonus alla salute pubblica. Con risultati tragici, ma prevedibili”.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.
…ultima quella sul ponte della Ghisolfa… Maledetti.
E Milano è ultima nella classifica della sicurezza.