Entra nell’ottavo mese di proteste la mobilitazione permanente per la scuola promossa da “Priorità alla Scuola”. In tutta Italia (in 8 regioni e 19 città), da oggi fino al 6 dicembre, è previsto un fine settimana di manifestazioni con assemblee pubbliche, lezioni all’aperto, presidi. Il Comitato ha previsto un’iniziativa il 6 dicembre anche nella nostra città.
“In Italia ancora una volta tutto riapre, – sottolineano gli organizzatori – tutto tranne le scuole; tutti i principali Paesi europei hanno garantito la didattica in presenza anche in una situazione di lockdown parziali dovuti a una situazione epidemiologica critica, persino più critica che in Italia; – la curva epidemiologica dei principali Paesi europei è scesa sensibilmente e rapidamente a scuole aperte, mentre in Italia, a fronte di una curva epidemiologica che scende, le scuole restano chiuse. Le scuole vanno tenute aperte: anche nel caso di ulteriori situazioni critiche in futuro, le scuole devono essere le ultime a chiudere, le prime a riaprire. Sono sempre più numerose e autorevoli le voci di medici, studiosi e studiose che denunciano le gravi conseguenze psico-fisiche su bambini e ragazzi a causa del lockdown imposto in Italia; si sono espressi in tal senso anche membri del Comitato Tecnico Scientifico, tra cui il coordinatore Agostino Miozzo e Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria. Dal 24 febbraio 2020 per le scuole superiori è stata garantita la scuola in presenza solo per 40 giorni, a fronte di 130 di didattica a distanza al 100%. Dopo l’ultimo D.P.C.M. nulla, o quasi nulla, è stato fatto dalle istituzioni per risolvere le criticità che patiscono i trasporti pubblici e la medicina territoriale, in nome delle quali le scuole sono state chiuse. La scuola è un diritto che non deve essere cancellato da disservizi”. Concludendo “Di fronte alle scelte e ai comportamenti del governo e dei presidenti delle regioni, Priorità alla Scuola è indignata, basta con le prese in giro, è vergognosa la retorica di chi a parole sostiene che la scuola è una priorità ma non compie nessuna azione concreta per tenere aperte le scuole. In Italia il diritto all’istruzione e il diritto all’infanzia sono compressi in ragione di precise scelte politiche che Priorità alla Scuola denuncia e contrasta”.
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