Forse non è troppo presto per tornare a guardare i dati della pandemia. Ma prima rispondete ad un indovinello. Che differenza passa tra Sergio Mattarella (80 anni), Francesco Bergoglio (83), Giorgio Napolitano (95), e Amelia Forti (86)?
Risposta: la stessa che c’è tra i primi tre e voi. O me. I primi tre, ad un pallido accenno di tosse, ma che dico, tosse, al primo starnuto, diventano oggetto di meticolose attenzioni. E, vista la veneranda età e i tempi bui, molto giustamente, direi: è il minimo che meritino. Il mese scorso, in quel di Macerata, Amelia Forti aveva bisogno di cure tanto da decidere di portarsi al pronto soccorso, ma non ci fu alcun soccorso e men che meno pronto: respinta da chi avrebbe dovuto curarla, Amelia Forte morì.
Ma Amelia Forte siete voi. E sono io. E anche se non abbiamo l’età che aveva Amelia, e sempre che Speranza e Conte non ci ammazzeranno prima (con gran giubilo dell’Inps), a quell’età sperabilmente ci arriveremo e, badate, il trattamento in serbo per noi è quello già riservato ad Amelia. Non certo quello riservato, al primo starnuto, a Sergio, Francesco o Giorgio. A voler essere fiscali, a uno vien da chiedersi perché si sono pagate per una intera vita tasse, con una sanità che si vuole pubblica, se poi questo è l’epilogo.
Grondano sangue le mani di Speranza e di Conte. Qui nessuno è genio e certamente non lo sono io. Ma non ci voleva la laurea in virologia per accorgersi che bisognava fare come stavano facendo in Sud Corea. In questo blog, per esempio, ce ne eravamo accorti il 12 marzo: rileggete Quel mondo senza muri che ci mette a rischio. E lo abbiamo ribadito il 18 marzo, nel Modello fallimentare di Conte. Certo, un po’ tardi a metà marzo, ma non siamo Ministri agli Esteri e le nostre informazioni sono quelle della rete. E non è stato prima del 28 aprile, quando ci siamo chiesti Il lockdown è servito?, che ci siamo accorti che la Svezia non ne aveva fatto alcuno lockdown e stava patendo, in proporzione, meno danni di noi.
Questi incapaci, invece – parlo dei virologi da operetta (cioè da Tv, ma è la stessa cosa) – continuano a invocare il lockdown. E sapete perché? Perché così potranno dire che la colpa è delle misure mai sufficientemente restrittive, non della loro sesquipedale ignoranza. Vorrebbero ruggire, ma riescono solo a pigolare. Forse un chicchirichì. Ad alcuni di costoro non gli pare vero d’emulare Berlino pre-caduta del muro, quando amori e amicizie, da una parte e dall’altra del muro, non potevano incontrarsi.
La messa di mezzanotte, mi dicono, si farà alle 20, secondo decreto. Oh Conte, ma allora non è che ci fai: ci sei, ci sei proprio. Mi viene da ridere. Perché, posto che il virus non ha l’orologio, si dà il caso che se qualcuno, abituato a celebrare la Santa Messa di mezzanotte, quest’anno sarebbe stato col dubbio se andare, ora, con quattro ore d’anticipo il dubbio gli passa. E se qualcuno, da sempre desideroso di andare, aveva sempre desistito per la tarda ora, quest’anno non desiste. Ma non ci stupisci più Conte: mi pare che per evitare gli assembramenti (credo che sia la parola più detta dell’anno) avevi ordinato di chiudere quei supermercati che di solito stavano aperti di domenica. Sei un genio.
Allora, guarda Giuseppi la differenza che c’è tra l’Italia e la Svezia.
Decessi per milione d’abitante in Italia, Svezia, Sud Corea
Nessuna differenza, Giuseppi. Il tuo lockdown è stato inutile. Te l’hanno suggerito quelli del Cts? Mi spiace, te li sei scelti male, e ti hanno consigliato malissimo. Lo vedi? Hai permesso 1000 decessi per milione d’abitanti, come in Svezia, ma loro almeno non hanno chiuso nulla. E visto che ci sei, guarda cosa invece ha patito la Sud Corea e impara cosa avresti dovuto fare.
Pensa un po’, alle calende di marzo, c’erano in Italia 600 contagiati, tanti quanti ce n’erano, quello stesso giorno, in Sud Corea. Peccato che alle calende di maggio, 30.000 morti piangeva l’Italia e 250 la Sud Corea. Ove non hanno bloccato alcuna attività, ma hanno eseguito test, isolato i positivi e di costoro tracciato, in modo capillare, i contatti. Il 27 gennaio la Sud Corea, che aveva già ricevuto campioni del virus dalla Cina, ordinava alle proprie aziende la produzione di massa di reagenti per eseguire i test.
Lo stesso giorno il Ministro Speranza, consigliato da consiglieri ignoranti come capre, si gongolava da Fabio Fazio assicurando che tutto andava bene signora mia marchesa e che le preoccupazioni dei cinesi erano dettate dalle multinazionali. Il video è in internet. Viva internet.
Avete frignato di essere stati presi di sorpresa. Anche quando vi si volesse concedere la sorpresa, dovuta alla ottusità di un Ministero degli Esteri in mano ad un palese incapace, che non sapeva le cose che perfino io sapevo, già da marzo allarmavate sulla seconda ondata. E allora? Che misure avete preso, oltre quelle maniacali suggeritevi da un Cts di vanagloriosi incompetenti? Perché i risultati càntano. E càntano che siamo, oggi, al quarto posto nel mondo (quarto!), con quasi 1000 decessi per milione d’abitanti (850 gli Usa, 820 il Brasile e meno di 700 la Svezia, che è al 24mo posto). Eccola qua sotto, la seconda ondata di morti. L’avevate paventata e, di tutta evidenza, avete fallito nell’evitarla.
Le due ondate di decessi in Italia
Insistete come muli a tenerci chiusi in casa, a tener chiuse attività, ristoranti, bar, insomma a non farci vivere. Vietato andare nelle seconde case? Ma perché? C’è il virus nelle seconde case? Geni. Una sola cosa dovevate fare: concentrarvi sui presìdi sanitari. Ma siete dei geni.
Tu Conte, per primo: avresti dovuto capire che l’emergenza richiedeva un competente alla Salute, non uno buono solo a parlare coi sindacati. Ma come potevi capire, tu, che, come una fattucchiera, vuoi combattere il virus imponendo non più di 6 a tavola o altri simili esorcismi. Ora ti faccio vedere, nel corso degli anni, i posti-letto d’ospedale di Italia, Svezia, Sud Corea e Germania. Ti squilla qualcosa nel cervello? No? Credo sia inutile. Non ci arrivi…
Posti-letto ospedale per 1000 abitanti dal 1960 a oggi
Franco Battaglia, (blog Nicola Porro)
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Con il casino mediatico e sanitario in corso chissà quanti errori, sbagli e dimenticanze nelle corsie delle rianimazioni italiane passeranno nell’obblio.