La serafica Lamorgese che si adegua, che diventa concava e convessa pur di obbedire al PD, ha trovato il pugno di ferro, quello che le dà una ragione di esistere ed essere ministro dell’Interno: castigare gli italiani durante le feste natalizie. Gli italiani, s’intende, perché degli immigrati più o meno positivi, dei clandestini, degli scafisti sbarcati, dei già balordi al momento dell’arrivo, non se ne occupa: ci penserà il destino. Ma gli italiani devono essere crocifissi da regole a volte illogiche e allora schiera settantamila fra poliziotti, carabinieri, finanzieri, militari dell’Esercito e vigili urbani affiancati da personale della Protezione civile che saranno dislocati su tutto il territorio nazionale per far rispettare le norme anti-contagio e anti-assembramento. Il dispiegamento è attuativo dell’ultimo DPCM che, a sua volta, azzera gli affetti, il buon senso, la responsabilità del singolo. E a chi viene voglia di fare shopping con l’amica, curiosare ammirando le vetrine? Anche due persone che chiacchierano sono assembramento. E il cittadino è sempre più solo, gli spostamenti vietati, le cene a numero chiuso. E’ pur vero che il massiccio “schieramento, tuttavia, al momento non stia scoraggiando gli italiani, tra i quali è scattata la caccia al biglietto di aereo, treno o bus per approfittare della finestra fino al 20 dicembre per spostarsi (naturalmente da e per una Regione dello stesso colore). Alitalia, infatti, ha fatto sapere che nell’ultima settimana (tra il 26 novembre e il 3 dicembre) le nuove prenotazioni per volare nella settimana del 14-20 dicembre (quella prima del blocco tra Regioni) sono cresciute del 50%. Mentre quelle per volare nella settimana 21-27 dicembre, dove entrano in vigore le ulteriori restrizioni anche tra Comuni (vietati nei giorni di Natale e Santo Stefano, oltre che a Capodanno), sono aumentate del 13% rispetto al normale traffico. Boom di prenotazioni verso il Mezzogiorno è stato registrato anche per bus e treni. In alcune Regioni i biglietti direzione Sud sono esauriti, acquistati in anticipo sfruttando le tariffe migliori.” (Italpress) E allora che senso hanno i giorni, le ricorrenze se i divieti riguardano solo i giorni di Festa? «L’ennesimo dpcm che scende dall’alto, che impone invece di proporre», lo definisce il presidente facente funzioni, Nino Spirlì in Calabria, convinto che si tratti di «una decisione impopolare, cinica e che non poggia su nessuna base scientifica». Riferisce Il Giornale “L’idea, lanciata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è di ottenere un’accelerazione del passaggio in aula del decreto prima di Natale, così da poter modificare da subito il modo in cui il Paese vivrà le festività, soprattutto nei comuni più piccoli. La protesta arriva anche dalle forze politiche, persino della maggioranza, con 25 senatori del Pd di cui si fa portavoce il presidente dem a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, che aggiunge: «Servirebbe anche non discriminare tra attività economiche di città ed attività economiche di Paese». Speranze, rabbia, ma Conte e Lamorgese sembrano spinti da un idem sentire, quasi si debba privilegiare la libertà degli immigrati. E poi c’è la delazione, oltre i controlli istituzionali, auspicata dal ministro Speranza. Ma come, dove, in quale misura è utile farla non si è ancora capito.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano