Tra le attività colpite dalla crisi, nelle acque più agitate navigano in questi giorni le palestre e i centri sportivi, ormai ridotti alla canna del gas, tanto da svendere la loro attrezzatura. Mentre per alcuni è solo un escamotage a cui ricorrere per recuperare liquidità, in attesa di un ritorno alla normalità, per altri invece è la resa definitiva con la chiusura dell’attività.
A soffrire di più sono ovviamente i centri più piccoli, chiusi ormai dal 26 ottobre, mentre ancora non avevano assorbito le perdite dovute al primo lockdown. Solo a Milano sono 5mila , fra palestre, centri fitness, piscine e poli sportivi, le attività di cui il dpcm valido fino al 15 gennaio ha ribadito la chiusura, senza dare alcuna certezza per ora su quale sarà la data di riapertura.
Come riferisce il Giorno “l’associazione sportiva «A.s.d.c. Equilibrio in movimento» in via Gaggia, zona Porto di Mare, aperta dal 2014, ha deciso di gettare la spugna. Su Facebook ha messo in vendita due pancafit a 280 euro, la reception «creata da un artigiano» a 150 euro e molto altro. «Continueremo ad erogare lezioni online per qualche mese ma la sede fisica rimarrà chiusa», conferma la vicepresidente e insegnante di pilates, Irene Gargiulo. «Un’associazione sportiva che non ha margini né scopi di lucro non può sopravvivere per tanti mesi sobbarcandosi solo costi fissi. L’affitto è 2mila euro al mese, più spese condominiali e bollette. Purtroppo il Governo non ha fatto una distinzione fra attività, penalizzando tutti, anche noi che col pilates lavoravamo con gli stessi piccoli gruppi, rispettando il distanziamento».”
Ugualmente altra attrezzatura è stata messa in vendita su Subito.it ( bici professionali da spinning a 200 euro, l’ellittica a 500 euro, una macchina Technogym a 1.500). Li vende Stefano La Murgia, da 22 anni titolare della palestra “Body Building Club” in via Padova: «Sono costretto a liberarmi dell’attrezzatura per incassare qualcosa e andare avanti. A pesare non è solo il lockdown. A settembre molti clienti hanno recuperato le mensilità perse senza rinnovare l’abbonamento, c’è stato l’esborso per le sanificazioni, le tasse. Non abbiamo intenzione di chiudere ma la situazione è pesante. È come un film triste che non avrei mai voluto vedere ma prevedibile, come abbiamo denunciato più volte». L’ostacolo più grande resta l’affitto. «Ci aspettiamo anche su questo punto un intervento del Governo»
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