Si fa, si fa…il Mes. Comodamente seduti sulla poltrona del potere, sgargiante di promesse, di allusioni complici, dall’alto di uno sguardo sprezzante per i poveri mortali. Oggi si vota il Mess, la quadra è stata trovata, Renzi parla di incertezza per essere protagonista, la compagine governativa, insomma, darà quell’assenso che i grillini hanno sbandierato che mai e poi mai avrebbero dato. Personaggi da mandare a vaffan…senza dignità e coerenza, appesi a un pallottoliere per arrivare alla sufficienza dei voti. E il PD, come era prevedibile e scontato, li ha ammansiti e divorati con l’esperienza di un partito decennale, astuto e autoreferenziale. Se non si ridesse di un Conte, reso vispo dai continui caffè, rancoroso e permaloso, incerto nella sua inettitudine, ci verrebbe da piangere. Ma questi sono gli artigiani (ma non vorrei offendere gli artigiani) del governo attuale, contraddittorio e pronto a predicare al vento tutto e il contrario di tutto.
Di Maio è il campione del trasformismo, Conte ha un consulente che sintetizza e va al di là dei pronunciamenti della taskforce: Roccobello, così soprannominato, secondo Minzolini, dallo stesso premier. Scrive nel suo blog Nicola Porro “Basta mettere in fila date e dichiarazioni per capire come sulla gestione del Covid i giallorossi non ne abbiano azzeccata una. Soprattutto alla luce di quelle che saranno le festività natalizie, con il nuovo Dpcm che vieta addirittura gli spostamenti tra Comuni nei giorni 25-26 dicembre e il 1º gennaio (salvo modifiche successive: si sta ragionando, in queste ore, di consentire almeno gli spostamenti all’interno della stessa provincia).
Giuseppe Conte, il 27 gennaio 2020, ospite a Otto e Mezzo dice espressamente: “Siamo pronti ad affrontare il Coronavirus”.
Il ministro Roberto Gualtieri, il 5 marzo scorso, durante una conferenza stampa afferma che nessuno dovrà perdere il lavoro a causa del Covid.
Domenico Arcuri, commissario straordinario all’emergenza, il 4 giugno, addirittura si loda con “siamo stati straordinari”.
E poi ancora Conte che poco più di un mese fa, era il 24 ottobre, assicura gli italiani che le misure restrittive sarebbero servite a salvare il Natale.
Sì, certo, come direbbe il grande Totò: “Ma fateci il piacere!”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano