Sono campane sommesse, i passi delle migliaia di persone povere che in file ordinate aspettano il proprio turno per un pasto offerto dal Padre Quotidiano. Campane dolenti, col pudore dell’assenza, ormai, di una dignità nascosta. Ma non è una notizia da urlare, già hanno urlato, soprattutto negli ultimi tempi, i silenzi e la rassegnazione di tanti video e fotografie parlanti. Per chi vuole ascoltare. Le campane ogni giorno sussurrano la loro povertà ad una Milano che non ha saputo rispondere se non con il pezzo di pane della carità. Sala è euforico, a Repubblica parla come l’unico demiurgo capace di una “rivoluzione”, non dorme di notte, autorizza i “figli sociali” a sostituirsi al volontariato che già opera, sogna la riapertura dei Navigli, ma di manutenzione strade, ad esempio, neppure un cenno. Vola alto con la sua visione, anzi sorvola sulle scuole che ancora cadono a pezzi. Ma chi ha ascoltato in questi ultimi cinque anni? E’ contento che Limonta presieda quella lista civica in cui può confluire senza imbarazzo “Sinistra Italiana” “«Mi sono reso conto che la pandemia avrebbe colpito principalmente le persone più deboli», continua Beppe Sala. Per questo motivo per uscire dalla crisi «serve una svolta di natura sociale ed ecologica che riparta dalle città». E la rivoluzione sociale è affidata alla sinistra che più rossa non esiste? La rivoluzione ecologica è già iniziata con i promessi 50 Km di piste ciclabili che identificano il suo pensiero attuativo dell’ecologia. Che ne sanno quelle file di poveri, che non possiedono presumibilmente neppure la bicicletta, di una rivoluzione di parole senza fatti? «Soltanto sabato in viale Toscana abbiamo distribuito circa 1.7oo pasti, e anche qualcosa in più in viale Monza. Sono uomini e donne, ormai, di qualsiasi età e provenienza. I nuovi poveri aumentano, c’è qualcosa che proprio non funziona», confessa il Presidente de “Il Pane Quotidiano”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano