Un’ottima notizia per Paolo Bellini e gli imputati ATM : in meno di una settimana tutti gli indagati, coinvolti nello scandalo delle tangenti Atm e degli appalti “pilotati” per i lavori di manutenzione su alcune linee della metropolitana di Milano, torneranno in libertà. Per la verità, la maggior parte di loro lo sono già, dal momento che in diversi casi i termini della custodia cautelare sono scaduti e sono cambiati pure alcuni dei capi d’imputazione. La notizia è di Libero con annessa una dettagliata rendicontazione, che fa osservare come tra appalti truccati, tangenti, corruzione (atti d’accusa al momento dell’arresto) oggi la situazione pare cambiata e il gip del tribunale di Milano, Roberto Crepaidi, che ha rigettato la richiesta, presentata dal pm Giovanni Polizzi, per mandare a giudizio immediato tutti i 13 indagati, ha deciso di renderli liberi. Ma non si possono dimenticare le vibrazioni, le brusche frenate, i pavimenti “terremotati” lungo i percorsi del metro, a confermare la cattiva manutenzione.
Scriveva il Corriere nel giugno 2020 “Telefonata del 17 dicembre 2018. Il funzionario di Atm Paolo Bellini (arrestato e sospeso) parla con un suo collega (indagato) che ha mandato una contestazione a un’azienda. Il dialogo apre uno scenario denso di dubbi: perché la corruzione non è soltanto un affare di soldi, ma ha ricadute sui lavori. Qui si parla di manutenzione degli impianti del metrò. E appare chiaro che la ditta «protetta» di Bellini (ne è socio occulto) lavora male. Su un tema sensibile: perché la maggior parte dei problemi della metropolitana negli ultimi anni (frenate d’emergenza indebite e vibrazioni) hanno a che fare proprio con la manutenzione. Un settore nel quale Bellini si vantava d’aver preso una sorta di monopolio, grazie alle aziende esterne che manovrava in nero. La pulizia delle porte di banchina (alla quale si riferisce la telefonata) è stata individuata proprio come una delle cause delle frenate improvvise. Come si comporta il funzionario corrotto? Da una parte copre le carenze delle ditte amiche (e infatti redarguisce chi ha contestato: «Prima di scrivere queste cose parliamone»), dall’altra si altera con la ditta. Non perché abbia a cuore la cura del lavoro e la sicurezza dei passeggeri, ma solo per paura di essere scoperto: «Siccome sulle porte ci intervengono anche altri reparti», non può accadere che resti scritto che le pulizie sono corrette «ma invece non sono state fatte»….Un’altra ditta, a inizio 2019, non riesce a partire coi lavori. Ha accumulato 8 mesi di ritardo. Bellini si infuria: «Non sta più in piedi un discorso simile, cioè non riesco più a giustificarlo». Anche i ritardi, come i bulloni che si svitano e i congegni sporchi, sono danni per l’azienda e i passeggeri.”
E, se possibile, è la sicurezza dei passeggeri più che l’intreccio dei reati che è compito della Procura chiarire.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano