Oggi è una Milano senza bussola, senza ruoli, senza pudore. Una Milano che sa creare criminalità e violenza improvvisando rapine, aggressioni, minacce, stupri, omicidi, insulti, quasi che gli autori di tanti reati odiassero senza riserve gli italiani. Milano in mano ai nordafricani, per far valere la voglia di una donna, di un cellulare, di una casa. Si può ricordare il medico sgozzato, il lancio di sassi contro la polizia di ieri, le due donne rincorse da un aspirante stupratore, per citare gli ultimi episodi in Stazione Centrale. E gli arrivi continuano, perché gli sbarchi continuano. E la paura dei milanesi non si placa con le “belle” parole di Majorino o Sala. Milano ha osservato una degenerazione della città, il continuo peggioramento di un modus vivendi che non è dovuto solo alla pandemia. Il milanese si ritrova con veri “nemici” in casa, impotente. Se Sala intendeva che la Milano aperta dovesse essere multietnica, oggi abbiamo anche la criminalità multietnica.
C’era qualcosa di romantico nella veccia ligera milanese. Erano gli anni 60 e le narrazioni si rincorrevano, creavano miti, ispiravano canzoni. Sì, sempre mala era, con i suoi ruoli, le sue regole e quel rispetto che era senso dell’onore. L’immagine romantica dei primi banditi della ligera coincideva con la loro estrazione realmente popolare — e, in qualche caso, partigiana: era facile che, in una città devastata dalla guerra, cercassero un riscatto dalla povertà anche con le rapine in banca e una vita fuorilegge. Negli anni 70 il bel “Renè” Vallanzasca , la banda della Comasina, Barbieri, Turatello, diventati miti loro malgrado. Vallanzasca confessò “La malavita non esiste più. Oggi esiste la mala-vita. Niente regole, niente onore, niente amicizia, niente rispetto. La violenza è dappertutto ed è insensata.” Era il 2009, ma oggi che direbbe?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Questo è il risultato della politica dell’accoglienza a braccia aperte, come era ampiamente prevedibile.
E pensare che noi paghiamo profumatamente i nostri politici per fare questi disastri. Italiani, svegliatevi!
Milanesedasempre