Buongiorno ragazzi, siamo al rush finale del 2020 con la parata prenatalizia in serie A. Le due partite di anticipo,
Crotone–
Parma e
Juventus-Fiorentina , sembrano dare una buona spruzzata di adrenalina anche a questa giornata. La prima partita vede il Crotone in primo piano a tagliare il panettone, con un’arma a doppio taglio di nome
Junior, per la precisione. L’autore della doppietta che consente alla formazione di
Stroppa di conquistare un successo (
2-1) da 3 punti utile per lasciare, anche se solo momentaneamente, l’ultimo posto, affacciandosi al quartultimo e risucchiando verso il basso proprio i ducali, ora lontani appena 3 lunghezze.
Junior Messias, due gol uno più bello dell’altro in un primo tempo in cui il Parma traballa vistosamente, come se non avesse ancora dimenticato la quaterna subita contro la Juventus. Anche se
Cordaz è bravo su
Inglese e
Karamoh scheggia un palo. Nella ripresa accorcia
Kucka, ma nonostante tutti gli sforzi i ducali non riescono a recuperare il punteggio, e sembrano condannati a soffrire.
Secondo anticipo, e qui il primo tempo è già una sorpresa color viola. La Juventus sembra presentarsi in campo in una veste poco somigliante a quella dell’ultima prestazione, e la Fiorentina non si fa pregare per dire grazie e confezionare un risultato a prova di bookmakers. La conferma arriva nei fatti al 3′ minuto, quando la difesa bianconera viene colta nettamente scoperta in contropiede da Ribery che lancia Vlahovic. L’attaccante viola resiste al contrasto di De Light e supera Szczesny con un diagonale sulla sua sinistra. Ma al 17′ l’episodio che cambia le carte in tavola, Cuadrado entra malamente su Castrovilli e, dopo una verifica VAR, si prende il rosso e lascia in 10 i suoi. Da questo momento, inizia per la Juventus la discesa senza freni verso la prima e clamorosa sconfitta (0-3) stagionale in campionato. Anche se vengono reclamati due episodi da rigore, il primo al 59′ quando Castrovilli contrasta Ronaldo in area, vanno a terra entrambi ma l’arbitro non interviene e il VAR nemmeno. Sul secondo episodio, al 78′ Dragowski perde palla in uscita in area, disturba visibilmente Bernardeschi con l’avanbraccio e l’attaccante va a terra, anche stavolta si prosegue ma nell’occasione il rigore poteva starci senza clamore. Fatto sta che quando le cose si mettono male, anche i singoli episodi si mettono di traverso: al 76′ la viola raddoppia, Alex Sandro infila nella sua porta nel tentativo di ribattere su un liscio di Bonucci. E proprio il più esperto difensore bianconero in campo, completa la sua partita da incubo con la frittata sul terzo gol della Fiorentina, facendosi rubar palla da Ribery: appoggio su Biraghi e l’ex Caceres arriva prima di tutti, cacciando la palla in rete. Disfatta juventina imprevedibile, maturata però da un avvio di partita ad handicap, proseguita in inferiorità numerica e con qualche episodio a sfavore, che tuttavia non giustifica un tracollo del genere. Fiorentina in festa, punti che piovono dal cielo stellato di Natale, e Juventus a leccarsi ferite da curare al più presto. E lassù in alto, in classifica, alzano i calici per una fine anno da godere, a dispetto della pandemia.
Primo incontro del martedì, alle 18.30 al Bentegodi di
Verona tra i gialloblu di
Juric e l’
Inter di
Conte. Primo tempo incolore, noioso alquanto, con la squadra locale che tiene spesso palla ma non costruisce quasi nulla di concreto se non una incursione di
DiMarco che
Handanovic respinge con gran riflesso. Sul fronte Inter, poco più che una gran girata di
Lautaro, su cui
Silvestri emula il suo collega nerazzurro, salvando in corner. Ma nella ripresa si accende improvvisamente l’
Inter, che passa con un preciso tocco al volo su assist di
Hakimi, diagonale che batte
Silvestri e Inter in vantaggio al 52′.
Lautaro vicino alla doppietta al 61′, ma poco più tardi una paperaccia di
Handanovic, che si lascia sfuggire il pallone, consente a
Ilic di spingere in rete tra le gambe di
Skriniar, clamoroso quasi autogol. Dura però 6 minuti il fortunoso pareggio, poi al 69′ è lo stesso
Skriniar a staccare imperiosamente di testa e siglare il
2-1 finale, che potrebbe diventare 3-1 se l’arbitro non annulla il gol a porta vuota di
Lukaku. Quindi Inter in testa, almeno provvisoriamente, con la settima vittoria consecutiva.
Poche ore, appunto, per l’Inter in testa, perché il Milan a S.Siro ha trovato ancora un gol “last minute” con Theo Hernandez, in pieno recupero, tornando in vantaggio dopo che la Lazio, con una partita sopra le aspettative è riuscita a rimontare un 2-0 nei primi 20 minuti. Partita vivace, interessante e ricca di emozioni giocata benissimo da entrambe. Rebic al 10′ e Calhanoglu su rigore al 17′ fanno volare il Milan, ma dalla mezz’ora è la Lazio a dominare mettendo in grande difficoltà i rossoneri. Al 27′ accorcia le distanze Luis Alberto che recupera la respinta di Donnarumma sul rigore calciato da Immobile, e insacca. Poi è sempre Immobile, al 59′, a pareggiare i conti e completare la rimonta, al volo su assist di Milinkovic. Da qui al termine, ancora un paio di occasioni a testa fino al 92′, quando il Milan batte un corner sul quale si avventa il solito Theo Hernandez, un 3-2 al fotofinish che manda in fumo sia il pareggio che la Lazio avrebbe pure meritato, sia la speranza dell’Inter di rimanere da sola in cima almeno fino a Gennaio. Pioli ha messo in piedi una squadra incapace di arrendersi, onore al merito.
A
Roma, i giallorossi faticano più del previsto per piegare il
Cagliari, cogliendo una vittoria (
3-2) che permette agli uomini di
Fonseca di staccare il Napoli, fermato dal Torino, piazzandosi in solitaria dietro a Milan e Inter. Un bel Natale, dolcificato dai gol messi a segno nel primo tempo da
Veretout e nella ripresa da
Dzeko e
Mancini. Il Cagliari ha la bravura di riportarsi in partita dopo una prima frazione poco positiva, trovando il pareggio con
João Pedro e sfiorando la rimonta con
Simeone (traversa), prima di accendere il finale con un rigore trasformato dallo stesso brasiliano. I sardi dell’ex
Di Francesco portano avanti la propria striscia di partite senza vittorie: siamo ormai a 7. I giallorossi, invece, tornano a sorridere dopo la batosta di Bergamo.
A Napoli, il Torino di Giampaolo che resta attaccato alla sua maledizione. Un super gol di Insigne al 92’, infatti, confeziona un pareggio (1-1) che cancella l’ennesima situazione di vantaggio non concretizzata dal Toro, che era arrivata grazie al gol di Izzo. Festeggia il Napoli, ma solo per aver ripreso una gara complicata, dove non è praticamente mai stato pericoloso. Anzi, il Toro aveva forse creato di più. Dopo i ko con Inter e Lazio però Gattuso evita la terza sconfitta consecutiva e muove la classifica, scivolando però dal 3° al 5° posto alle spalle di Roma e Sassuolo. Il Torino invece muove il punteggio ma le vittorie contemporanee di Genoa e Crotone lo lasciano ultimo in solitaria, sul fondo della graduatoria a quota 8 punti.
Pari spettacolo (2-2) al Dall’Ara, tra Atalanta e Bologna, con le due squadre che prevalgono un tempo a testa. Nel primo parziale monologo nerazzurro certificato da una doppietta di Muriel in due minuti, tra il 22’ e il 23, prima su rigore guadagnato da Ilicic, poi con un tap-in dopo un rinvio maldestro di Dijks. Nella ripresa, arriva a sorpresa la clamorosa rimonta rossoblù in 9’, firmata Tomiyasu–Paz. Gasperini deve ancora rimandare l’ingresso nella zona Europa, Mihajlovic si dà la scossa dopo due punti in 4 partite.
Il Sassuolo espugna Marassi, piega la Sampdoria (3-2) e chiude il 2020 con buonumore. Due minuti e la partita si mette già in discesa, perché la Samp sbaglia l’uscita, Boga verticalizza per Caputo e l’attaccante serve Traore che davanti ad Audero non sbaglia. Tutto facile? Nemmeno per sogno, il campo bagnato non aiuta la circolazione della palla, e la Samp inizia a fare la guerra. Sporca tutti i possessi neroverdi ma non tira mai in porta, buttando all’aria il dominio territoriale. Nella ripresa Ranieri è soddisfatto, e mantiene lo stesso assetto tattico: fa bene, e al 55′ capitan Quagliarella timbra il cartellino fulminando Consigli con un destro deviato da Ferrari. Ma i genovesi iniziano a spingere verso l’attacco, ed il Sassuolo, sornione, passa due volte bucando le fasce con Berardi e Boga deputati a seminare il panico, Caputo e lo stesso Berardi bravi a centro area. Dentro Keita, Candreva e Verre, il portierone di De Zerbi blocca ancora la strada a Keita, ma poi la fiammata. Calcio d’angolo basso e Keita incrocia alla perfezione, riaprendo tutto a 5′ dalla fine. La sfida si inasprisce e Keita finisce addirittura fuori (espulsione diretta, probabilmente ingiusta) per fallo da dietro ai danni di Traore. Il finale praticamente non si gioca, ed il Sassuolo raccoglie tre punti che valgono la conferma al quarto posto.
Allo stadio Picco di Cesena, lo Spezia non evita la sconfitta. Un “Destro” e un rigore convertito di Criscito ribaltano la formazione di Italiano e riportano il Genoa ad una vittoria (2-1) che mancava da oltre tre mesi. Ai padroni di casa non basta il settimo sigillo in Serie A di Nzola, comincia nel migliore dei modi l’avventura di Davide Ballardini sulla panchina rossoblu. Grifone che abbandona l’ultimo posto in classifica.
Nel match di centro classifica con entrambe le squadre appaiate al medesimo punteggio, il Benevento batte 2-0 a domicilio l’Udinese balzando a quota 18. Per la formazione di Filippo Inzaghi, in forma smagliante, un gol per tempo, al 9′ con Caprari e al 77′ col solito terzino-goleador Letizia. Friulani che restano, così, a quota 15. I sanniti, invece, cominciano a sognare una quota salvezza che si profila traguardo raggiungibile, sia pure con fatica ed un po’ di fortuna.
A tutti, auguri di buone feste e arrivederci a Gennaio!