Sala medita il colpo di grazia alla Milano produttiva

Milano

Sala medita il colpo di grazia alla Milano produttiva

In caso di vittoria, Beppe non medita di fare prigionieri. Se non fosse stato abbastanza chiaro, il sindaco ce lo spiega con agghiacciante precisione:

“Questa notte il Consiglio comunale ha dato il via libera all’adozione del Piano Aria Clima. Il primo passo di un percorso che porterà Milano ad essere la prima città in Italia a dotarsi di uno strumento di programmazione per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica”.

Che, fuori dall’obbligatoria supercazzola, signifca che l’auto ve la potrete scordare. O vi potrete permettere un taxi oppure pedalare. Nemmeno una pandemia è riuscita a spiegare al sindaco più disconnesso dalla realtà d’Italia, che il trasporto pubblico ha dei limiti strutturali. Ci prova quindi, con infinita pazienza e spirito di collaborazione, il consigliere del Municipio 7 Franco Vassallo:

“Sala e Granelli parlano di automobili come sempre: con una ideologia furiosa e senza alcuna ragionevolezza. Dimezzare il numero delle macchine in 10 anni significa azzoppare la città. E senza alcuna reale utilità, se si guardano i dati delle centraline durante il lockdown, quando con ben meno auto circolanti i valori riuscivano ad essere alti lo stesso. Risibile, in particolare è il riferimento alla logistica: il piano prevede passare all’elettrico, ma è pura utopia. Chi ancora non si è arreso, ma guarda a Milano come qualcosa di più di una disneyland di cartapesta caparbiamente producendo in città, non se ne farà nulla.

Anche l’idea di piantumare 200 mila nuovi alberi ignora i costi dell’operazione, baloccandosi con improbabili economie circolari. È la firma di questo ecologismo: perderemo tutto quello che abbiamo conquistato in tema di mobilità, qualità della vita e modernità della città, ma ci regaleranno un mazzo di primule a testa come compensazione. I nostri figli saranno disoccupati, ma potranno disperarsi sotto le frasche ombrose, annegando in un mare di foglie che nessuno potrà raccoogliere perché saranno là a marcire come concime. Vivremo tutti molto più a lungo, ma la maggior parte del tempo la passeremo spostandoci come negli anni 60: in piedi in mezzi pubblici sovraffollati o pedalando nella nebbia, nella canicola e sotto il solleone.

In definitiva, la Milano del futuro assomiglia più ai Flinstones che a Star Trek. Il che non deve sorprendere, col comunismo finisce sempre così: ti promettono l’uguaglianza universale e poi si scopre che vuol dire che saremo tutti egualmente miserabili. Ti promettono che non ci saranno più ricchi e scopri che vuol dire che tu non avrai più nulla. Narrano le gioie della città ipertecnologica verde e priva di traffico, ma scopri che è la riedizione della Milano reduce dai bombardamenti. Il tutto mentre Sala incentiva i cittadini a cambiare le caldaie, ma a mettere mano alla SUE caldaie nelle case popolari non ci pensa per niente.

Perché è questa la cifra del comunismo: nel paradiso dei lavoratori sono tutti poveri, tranne i capi del partito. Nella società senza disuguaglianze, qualcuno è sempre più uguale degli altri. E nella città verde indovinate chi avrà le macchine, potrà inquinare senza rimorsi e sarà esonerato dalla perdita di diritti e libertà? Ecco, questo è il futuro di Beppe. A cui voi potrete dire di no una sola volta, con la matita copiativa. Se falliremo in questo scopo arrancheremo nella nebbia mentre Sala ci soprasserà col Suv facendoci il gesto dell’ombrello”.

3 thoughts on “Sala medita il colpo di grazia alla Milano produttiva

  1. Che che sia im cretino era scontato! Che non capisca nulla di Milano lo sapevamo!
    Ma questo che non capisco è come sia riuscito a diventare Sindaco! Da quale cappello cilindrico è uscito? Ci provi a fare di Milano una città senza auto e poi la rivoluzione lo metterà al suo posto! Ma non potrebbe frequentare + prostitute così si sfoga e si rilassa! Ma che di crede di farci diventare tutti burattini? Lui è culo e CAMICIA con.quei sedicenti che stanno a Roma beatamente con.i ns soldi e noi qui pecoroni CHIUSI in casa come galeotti,! Anche Lui SALA non conosce la ns costituzione finita questa storia del codid
    Lo sbattiamo nelle patrie galere insieme hai suoi amici! VATTENE VATTENE VATTENE VATTENE! dalla mia MILANO

  2. Die Zeit, 07/09/20: Il coronavirus non giustifica le piste ciclabili: L’obiettivo vero della creazione delle piste pop up era quello di sfruttare l’emergenza covid per creare rapidamente strutture che una volta presenti sarebbero state trasformate in permanenti. Il tutto con con il fine di espellere ulteriormente le auto dalla città. A Berlino il tribunale amministrativo ha capito i trucco e ha imposto lo smantellamento delle piste pop up. L’amministrazione ha sfruttato la pandemia per ottenere facile riconoscimento presso la lobby pro bici, I cittadini non sono stati però interpellati nè si sono analizzati i benefici di tali strutture prima di dichiararle una soluzione stabile. Si è trascurato il fatto che tante persone sono passate dal trasporto pubblico all’auto e che i mezzi a motore sono comunque essenziali in una città, ad esempio per rifornire i negozi. La cultura pop-up dell’era coronavirus viola un principio importante: l’azione delle autorità deve rispettare leggi e regolamenti adottati politicamente e non deve seguire desideri politici a breve termine.

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