Roberto de Tilla “Perché il diritto non può andare contro la libertà”

Attualità

Roberto de Tilla su InTerris, rilegge la tragedia di Antigone che antepone un diritto irrinunciabile ad una legge che viola questa diritto. La libertà è un diritto universale e ji DPCM? Ne riportiamo i passaggi più significativi

“Antigone viene condannata perché viola la legge ancorché il diritto che reclama è, diremmo, sovrannaturale, irrinunciabile, universale: chiunque ha diritto a sepoltura e l’umana pietà – anche nel V secolo a.C. – non può consentire il vilipendio dei corpi; almeno tre secoli prima,

La tragedia non si attesta sulla morte di Antigone che si toglie la vita nella cella in cui è rinchiusa e neanche nel pentimento di Creonte che ha compreso il suo errore, illuminato dal cieco Tiresia, ma nel fatto che esso arriva quando oramai Antigone aveva definitivamente affermato la sua certezza.

Chi è Antigone? La consapevolezza della insopprimibilità dei diritti fondamentali che vanno oltre la possibilità che il sovrano li regoli diversamente, la irrinunciabilità della propria coscienza di fronte a disposizioni normative che hanno solo la veste di leggi ma che si pongono in stridente contrasto con essa, la ineseguibilità di un ordine che attenta alle convinzioni più profonde dell’animo umano, il rifiuto di accettare imposizioni prive di adeguata giustificazione. Da sempre l’icona della lotta alle dittature, ai totalitarismi, ai sistemi legislativi che non tengono conto dei diritti umani calpestando il più elementare rispetto della persona. L’emblema della libertà.

Ma chi è Creonte? È il tiranno parziale che emette un ordine in cui ha interesse personale poiché Polinice combatteva il suo regno e quindi sul suo cadavere impone il disprezzo, violando egli la suprema legge della pietà per i defunti. È l’esempio negativo del governante che utilizza il potere per fini propri, in questo caso vendicativi della propria animosità contro l’avversario. La tragedia lo travolge mentre il coro ammonisce che la felicità è figlia della saggezza e del rispetto dei Numi e che il castigo ai superbi arriva troppo tardi per rimediare. Il simbolo del dispotismo.

Il diritto contro la libertà? O l’autorità contro il diritto.

Duemila cinquecento anni dopo la lezione continua.

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