Pubblicata in Albo pretorio la delibera di approvazione del PAC, i milanesi avranno tempo 45 giorni per presentare osservazioni. Nel Piano Aria Clima 49 azioni concrete per raggiungere gli obiettivi UE sulla neutralità carbonica.
Il percorso verso una Milano libera dalla CO2 prosegue spedito, dopo la pubblicazione in Albo pretorio della delibera di adozione del Piano Aria Clima approvata lo scorso 21 dicembre 2020, ora la parola spetterà ai milanesi che sono chiamati esprimersi in merito. A partire dal prossimo 12 gennaio e per i 45 giorni successivi, sarà possibile per i cittadini presentare osservazioni al PAC attraverso il portale Milano Partecipa, dopodiché il documento ritornerà in aula consiliare per l’approvazione definitiva. Continua così la sperimentazione del percorso partecipativo a carattere consultivo che era già stato avviato nei mesi scorsi in occasione dei nove incontri sul tema organizzati in ciascun Municipio.
Il Piano Aria Clima, strumento che consentirà alla città di raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea sulla neutralità carbonica, si articola in 49 azioni concrete di trasformazione e il capoluogo lombardo si attesta come primo Comune a livello nazionale a dotarsi di questo strumento programmatico, che si pone obiettivi a medio e lungo termine con precise scadenze al 2025, 2030 e 2050. Il Piano, ricordano da Palazzo Marino, tiene conto di un percorso avviato da tempo e tuttora in corso per rispondere all’emergenza climatica e nello stesso tempo risponde all’esigenza di una sempre maggiore attenzione alla salute dei cittadini.
Cinque gli ambiti d’interesse del PAC: salute, connessione e accessibilità, energia, temperatura e consapevolezza, per ciascuno dei quali sono pianificate azioni specifiche che mirano ad ottenere una maggiore qualità della vita in città, all’abbattimento delle emissioni inquinanti, al raggiungimento della neutralità carbonica, al contenimento del surriscaldamento terrestre, all’economia circolare.
“Tra i principali obiettivi – sottolinea l’assessore alla Mobilità e ai Lavori Pubblici, Marco Granelli – il dimezzamento del traffico veicolare, riferito solo alle automobili, grazie alla realizzazione sul fronte del trasporto pubblico del 55% di chilometri in più rispetto a oggi di metropolitana e metrotranvie entro il 2030 (passando dagli attuali 127 chilometri a 195 chilometri) e di altri 60 chilometri nei 15 anni successivi; potenziamento della ciclabilità attraverso nuovi percorsi (100 chilometri in realizzazione in 12 mesi tra il 2020 e il 2021) e diffusione delle zone 30 (più che raddoppiate in un anno); previsto un piano parcheggi per residenti in strutture verticali sotto o sopra terra e potenziamento dei parcheggi di interscambio, così da restituire alla collettività ampie porzioni di strada con maggiore sicurezza, vivibilità, distanza dalle fonti di inquinamento e verde; infine, un piano per la logistica merci, su approvvigionamento e spostamenti in città”.
Pur essendo tra le cinque migliori grandi città al mondo sul versante del riciclo dei rifiuti, Milano alza il tiro e si pone l’obiettivo di superare quota 62%, portando al 75% entro il 2028 la porzione di rifiuti riciclata, la produzione di calore per riscaldamento sulla quota restante e la trasparenza della filiera nelle linee della gara per il servizio rifiuti. Tra le azioni che rientrano nel PAC, continua la nota del Comune, anche un piano contro lo spreco di cibo che prosegue quelle già avviate di Food policy.
Sul fronte dell’efficientamento energetico degli edifici, gli obiettivi si snodano a partire dall’edilizia popolare comunale – con l’abbattimento al 50% dei consumi di combustibile e un piano di manutenzione che riduca le spese per gli inquilini – e dall’edilizia scolastica. E ancora, superamento degli attuali mille metri quadri di “tetti verdi” sugli edifici comunali, fino a raggiungere quota 10mila, e incentivi per le fasce di popolazione economicamente fragile destinati al cambio di caldaie e alla coibentazione degli edifici.
Si punterà poi ad aumentare l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili con nuovi pannelli solari per 60mila metri quadri e azioni condivise tra Comune e A2A per accelerare la produzione di energia pulita, verso la neutralità dal carbonio. Infine, conclude la nota di Palazzo Marino, tra gli obiettivi rientra anche la forestazione urbana con 220.000 nuovi alberi entro il 2030.
Micol Mulè
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Ecco, e quante osservazioni contrarie sarebbero necessarie per bloccare questo obbrobrio anti libertario? Sempre che non le cancellino o se freghino come usano fare. Ci vuole una presa di posizione politica forte, i cittadini singoli non contano niente. E’ neccessario un referendum non una raccolta di pareri! Non si può lasciare decidere ai deliri ecotalebani il nostro stile di vita futuro!
BISOGNA METTERE AI VOTI CON APPROVAZIONE A MAGGIORANZA QUALIFICATA DEI DUE TERZI DEGLI AVENTI DIRITTO!
Buongiorno, mi auspico che il Sig. Granelli riesca a realizzare tutti i progetti illustrati per il bene di tutti i milanesi e di quelle persone che per un motivo o un altro transitano nel capoluogo lombardo. Personalmente ritengo il punto sulla mobilità strategico, ritengo che lo sviluppo della rete metropolitana sia di primaria importanza, ma aggiungo che la rete ferroviaria in città abbia lo stesso potenziale: attualmente ci sono più di 20 stazioni che spesso non vengono utilizzate perché non se ne conosce L’ esistenza. Bisogna integrare la cartina ATM con quella FS/Trenord tanto per cominciare, e magari dove possibile e potenzialmente auspicabile costruire nuove stazioni lungo il passaggio dei binari. Perché per esempio, oltre al bando della stazione Tibaldi, che attualmente è già in costruzione, non si sono mandati avanti anche i progetti delle stazioni in progetti?(Dergano, Istria, ecc), si sarebbe potuto costruirle in contemporanea. Perché non si pensa di mettere in comunicazione la stazione di Cadorna con quella di Porta Genova, con soli 2km di gallerie circa si realizzerebbe un nuovo passante con costi accettabili rispetto ai benefici ottenuti.