Letizia Moratti, neo assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia, ha assunto l’incarico con l’obiettivo di fare un “lavoro di squadra” e di “confronto con la maggioranza e l’opposizione” per uscire dall’emergenza Covid. E tra “i primi passi” da responsabile della sanità, ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta lombarda, bisognerà “rivedere l’organizzazione” all’interno di “un confronto costruttivo”.
L’ex sindaco di Milano ha affermato che la proposta di assumere l’incarico di assessore in sostituzione di Giulio Gallera, è giunta “in maniera molto inaspettata. Ho valutato con attenzione, sapendo che è un compito difficile, in un momento difficile e per alcuni drammatico. E’ una responsabilità che ho deciso di prendermi per mettermi al servizio dei cittadini lombardi, lo faccio mettendo tutto il mio impegno, lavorando con la giunta in un lavoro di squadra, confrontandomi con maggioranza e opposizione”.
Secondo la Moratti, “da questa emergenza possiamo uscire se siamo uniti, lavorando assieme con medici, infermieri, con la disponibilità al confronto con il governo nazionale, per far ripartire la Lombardia, perché se vince la Lombardia – ha detto – vince il Paese”.
Tra i primi passi indicati dalla Moratti: “Approfondire l’organizzazione, con un tavolo di confronto con i direttori degli Ats, delle Ircss e di tutte le strutture accreditate, con i sindacati dei medici, con i presidi della facoltà, con il mondo del volontariato e i sindaci del territorio”.
In particolare, un “punto importante – ha spiegato – sarà quello di rivedere l’organizzazione per far si che ci sia maggiore attenzione al territorio: questo è un impegno che abbiamo preso e che intendo portare avanti con determinazione in un confronto costruttivo”.
“Lavorare – ha concluso – per me è una costante da quando sono giovane. Mi metto al servizio della mia regione e di tutti i cittadini lombardi, mi metto al servizio anche cercando di capire chi ha paura, chi ha vissuto momenti di solitudine, chi momenti di povertà”. (askanews)
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