Per un osservatore qualunque la farsa che non fa ridere tra Renzi e Conte sembra una pochade dopo la tragedia durata un anno a spese degli italiani. Una farsa scritta per gli allocchi che credono in buona fede alla trasparenza di Renzi e gli altri che parteggiano per la tignosità di Conte. Un tira e molla da bambini dell’asilo, Secondo il Corriere della Sera, il 6 gennaio scorso Renzi aveva indirizzato all’esponente Pd Bettini, lo stratega ombro, una lettera, “Nota per Onorevole Bettini – 6 gennaio 2021”, per illustrare anche a Conte “i punti aperti già introdotti anche nel tavolo politico che il premier si era impegnato a chiudere entro la fine di novembre 2020, impegno inspiegabilmente non mantenuto“. Ed elencava trenta punti e continuava “i rapporti con gli americani dopo Barr”, la delega ai servizi segreti e le elezioni amministrative “a cominciare da Roma, Milano, Napoli, Torino, Trieste, Bologna. Chi garantisce che gli impegni si mantengano? – scrive Renzi a Bettini – In che tempi si può un accordo su questi temi? Ci sono interlocutori affidabili o si preferisce lo stallo?”.
Alleanze il vero nodo da sciogliere, forse e il resto un gioco di poltrone? Conte ha tergiversato, troppo impegnato con la pochette e il ciuffo da premier perché capo del Consiglio è e lì vuole rimanerci. Ha fatto tanti inchini, ha subito tante umiliazioni, il M5S o quel che rimane del partito è stufo e adesso per qualche contraddizione nei DPCNl, qualche errore, qualche ritardo, dice lui, dovrebbe lasciare la poltrona? L’avvocato del popolo è diventato un ottimo avvocato di se stesso, ha capito di avere le redini di un potere che si è attribuito non importa come e che le proposte ufficiali per i media di Renzi sono un pericolo.
Renzi continua a bocciare le sue mosse ed è colpevole di non aver proposto, né in passato né ora, un vero programma di governo: non dice chiaramente cosa vuole fare del reddito di cittadinanza, del Mes, del sistema autostradale, né spiega come pensa di sfruttare l’occasione della presidenza italiana al G20. Ci si chiede: Ma quella commedia in grande stile degli Stati Generali, a che cosa è servita? Per farla breve Renzi vorrebbe che Conte andasse al Quirinale con le dimissioni e diffida, secondo Vespa, totalmente di chi lo consiglia: Massimo D’Alema, Beppe Grillo, Goffredo Bettini e Marco Travaglio. E la farsa continuerà in aula.