Sala che si entusiasma, il petto gonfio di soddisfazione, promesse urbi et orbi, annegato in un mare di onnipotenza nell’attesa di quella barca che si chiama “Sindaco bis”. Quattro liste di “yes man” che confermano il sì deciso dal capo di partito, in un gioco di promesse che, se a buon fine, darebbe l’immobilismo totale alle azioni dell’amministrazione. Ma Sala è bravissimo a imbandire tavoli spesso inconcludenti con i suoi compagni: sulla competenza, sul pragmatismo ci sarebbe da discutere.
I commensali proprietari di ideologie passate alla Storia, calerebbero le braghe or l’uno or l’altro per far vivere la coalizione. Il PD nazionale docet. Che cosa hanno in comune i centri sociali con i radicali? Che cosa ha in comune il comunista doc con Azione? E così via, per esemplificare. A questa sfida i cittadini che pensano con la propria testa, escano dalle buche stradali, dalle pozzanghere eterne, dagli edifici popolari fatiscenti, dai negozi e bar chiusi, dallo stato di impotenza e di sofferenza in cui si trovano, per vincere una battaglia senza retorica, a viso aperto. E sarebbe la realtà contro la “rivoluzione” fasulla di piazze e strade inventate per non saper leggere la Storia, per non saper capire il quotidiano. Sala sta preparandosi un regno in cui moltissimi non si riconoscono, ma nella Storia la voce del popolo ha vinto.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Il plurale inglese di yes man è yes men. Ma credo si possa tenere il singolare come si fa per altre parole straniere (le rockband e non le rock bands, mi dia un paio di whisky e non un paio di whiskies)
Forse non sarebbe appropriato parlare di 4 liste composte da tanti Fantozzi, che non significa proprio yes man ma forse è più accurato.