Dove è la dignità di Mastella e degli “Straccioni di Valmy” al seguito? C’è più dignità in un clochard

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Ma che razza di italiani siamo se votiamo e rivotiamo gli “straccioni di Valmy”, i vaffa… senza dignità, l’ammasso di ideologie antistoriche del PD? Osserva Luca D’Alessandro ripassando le vicende non troppo lontane di Cossiga Presidente “Il più diretto e onesto di tutti fu come sempre Francesco Cossiga, che nel 1998 per permettere la nascita del primo governo D’Alema, facendo così definitivamente cadere il fattore K, cioè la preclusione dei comunisti a tutti i ruoli di governo, mise insieme un’accozzaglia di deputati, battezzandoli senza troppi complimenti “Gli straccioni di Valmy” (il malridotto esercito francese che nel 1792 sconfisse i prussiani). Furono loro a sostituirsi ai bertinottiani “sicari” del precedente Governo Prodi. E furono loro a dare il via alla pratica di vasi comunicanti fra maggioranza e opposizione, per puntellare con pochi voti esecutivi pericolanti o sulla vita del tramonto. Ironia della sorte: furono sempre loro a dar vita a quell’Udr (poi Udeur), il cui capostipite, Clemente Mastella, si accinge in questi giorni a puntellare il disastrato governo Conte, orfano di Renzi e Italia Viva. Tutto torna, come si vede. Gli Straccioni chiamati traditori, voltagabbana, hanno fatto scuola. Il Governo è diventato un suk , mentre sul ring l’incontro Conte-Renzi non escludeva colpi bassi, insulti, pugni in faccia.

Ma raccontare le pretese del baratto, di una compravendita in cui la dignità personale non esiste più, è raccontare la miseria umana, mentre il Covid continua la sua galoppata sorniona. Maria Giovanna Maglie ha cinguettato “Cesa… la Binetti… Mastella… ci siamo fatti vecchi e ce li abbiamo sempre tra le palle”. Una sintesi perfetta. Gli Straccioni, i voltagabbana, i traditori si vendono per un piatto di lenticchie, ma la schiena dritta è un’altra cosa. E gli italiani perseverano nel dare voti e importanza allo squallore e all’incoerenza.

Mi inchinerò davanti alla dignità di un clochard con la mano tesa, a viso aperto, presentando il suo pudore di povero, vittima degli Straccioni e di chi li cerca.

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