Milano dovrà pagare il prezzo maggiore alla decisione del Governo di imporre la zona Rossa in Lombardia.
La capitale dello shopping italiano dovrà rinunciare ai saldi mentre bar e ristoranti fanno un passo indietro, chiudono dopo aver sperato di riaprire.
Il tutto sulla base di dati vecchi di 2 settimane, che non tengono conto del calo attuale della percentuale di contagi e delle reali dimensioni dei reparti di terapia intensiva.
In questo quadro viene spontaneo pensare che il Sindaco di Milano si associ a Regione Lombardia nel fare ricorso e contestare la decisione del Governo.
Invece, come sempre, Sala polemizza con Fontana e rinuncia a fare gli interessi di Milano, per ragioni di partito, dovendo difendere l’indifendibile Governo Conte.
Dunque silenzio assoluto sulla nuova mazzata per negozi, esercizi pubblici, servizi e P IVA, che tra l’altro sorreggono l’economia di Milano. Attacchi invece sulla scuola ma naturalmente verso l’obiettivo sbagliato. La scuola italiana è quella che è rimasta più chiusa in Europa per le incapacità di un Governo che ha puntato tutto sui banchi a rotelle anziché intervenire sui trasporti, sugli screening e sulla messa in ruolo degli insegnanti.
Il disagio degli studenti delle superiori costretti ad accontentarsi della formazione a distanza è comprensibile. Beppe Sala vuole lisciare loro il pelo e invita gli occupanti dei Licei a Palazzo Marino. Anziché puntare il dito sul Ministro Azzolina o sul Commissario Arcuri se la prende con la Regione: Fontana avrebbe sbagliato a fare una ordinanza che evitava di aprire le scuole per soli 3 giorni ! Le scuole superiori sono chiuse per Dpcm di Conte e ordinanze del Ministro Speranza, ma Sala specula sul fatto che Regione Lombardia ha preferito non riaprire le scuole per poi subito richiederle.
Questi giochini in un momento grave e mentre la città viene nuovamente chiusa dal Governo danno la misura dell’uomo Sala. Un Sindaco che mentre il Covid infuriava rimase silente per poi criticare Fontana e Gallera. E che oggi non muove un dito per salvare ristoratori, taxisti, commercianti ma si trastulla con il suo solito marketing elettorale rigorosamente distaccato dai suoi concittadini.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
indegno sparisci schifosa zecca
Ma no Fabrizio. Abbiamo kilometri e kilometri di piste ciclistiche, nuove nuove, fatte di fretta in periodo covid. O moriremo di inedia o vinceremo il tour de France!