Da “La Tecnica della scuola”:
“Chi ha interesse a decifrare i dati a proprio piacimento? Neppure a senso unico, ma proprio usando in modo strumentale le proteste, talvolta spettacolari, di un numero abbastanza ridotto di persone (non sempre tutte legate al mondo della scuola) che vogliono da subito il rientro in classe, magari con una presenza al 100% degli alunni nonostante gli allarmanti dati epidemiologici di queste settimane e gli inviti alla massima prudenza della maggior parte dei virologi e degli infettivologi?
Per carità, ognuno è libero di pensarla come vuole su questo argomento, di protestare, di manifestare (purché lo si faccia senza assembramenti), ma l’informazione più che schierasi (o comunque non documentarsi trovando più semplice dare notizie di manifestazioni di dissenso talvolta estemporanee ma “pirotecniche”) dovrebbe attenersi ai fatti (come espresso in un documento inviato alla redazione di questa testata dal Movimento docenti licei e istituti superiori romani); e i fatti rivelano che un’altissima percentuale di cittadini (soprattutto di chi vive nel mondo della scuola, ragazzi compresi) vuole per ora continuare con la didattica a distanza, ovviamente solo per motivi di sicurezza (rari sono i casi di chi l’accetterebbe in periodi “normali”, infatti la Dad va utilizzata solo in caso di emergenza sanitaria).
Il sondaggio della “Tecnica”: l’84,6% degli oltre 11mila partecipanti contrario all’apertura delle scuole nell’attuale contesto epidemiologico
Mi limito a ricordare qualche sondaggio sull’argomento in questione, a cominciare proprio da quello effettuato da questa testata, dal quale risulta che l’84,6% degli 11.047 partecipanti dice “no” alla riapertura delle scuole nell’attuale situazione epidemiologica. Quindi ben oltre 8 persone su 10 (e solo il 10,4% è favorevole in ogni caso, mentre il restante 5% sarebbe favorevole solo per le zone gialle e arancioni)”
Da Il Giorno:
“ Lezioni in presenza o a distanza? Il mondo della scuola si divide. Da un lato c’è chi vorrebbe tornare il prima possibile tra le mura scolastiche, al fianco di compagni e insegnanti. In tal senso si sono moltiplicate nelle ultime settimane manifestazioni e iniziative in tutta Italia, e la provincia di Varese non ha fatto eccezione. Proprio ieri mattina a Busto Arsizio alcuni studenti del Liceo artistico Candiani si sono ritrovati all’esterno dell’istituto. Con uno striscione su cui campeggiava la scritta “Scuola in sicurezza” e intonando lo slogan “No school no future” hanno voluto esprimere il proprio dissenso nei confronti della didattica a distanza, ritenuta non idonea per seguire al meglio i programmi di studio..Un sentimento condiviso da chi ha risposto al sondaggio, in totale quasi 1.000 persone tra studenti, genitori e docenti dello Stein e di altre scuole. La quasi totalità delle risposte (l’89,4%) è giunta dagli studenti. Ben il 90,6% di loro si è espresso contrario alla possibilità di fare rientro in presenza dal 18 gennaio, il giorno in cui era previsto il ritorno in classe prima dell’arrivo della zona rossa. In merito invece alla situazione dei trasporti scolastici il 95,8% degli studenti pensa che le condizioni a bordo dei mezzi non siano migliorate rispetto allo scorso autunno. L’ultima domanda riguardava infine la nuova modulazione oraria per il rientro a scuola. Il 52,3% ha risposto che il doppio orario di ingresso (alle 8 e alle 9.40) non crea problemi, mentre il 47,7% trova che sia un orario svantaggiante in quanto con il secondo turno si riduce sensibilmente il tempo da dedicare a studio e svago nel pomeriggio. Anche i genitori e i docenti che hanno risposto al sondaggio si sono espressi a favore della didattica a distanza.
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