Lo smog aumenta, nonostante la diminuzione del traffico dovuta al passaggio in zona rossa e il divieto di fumo all’aperto.
Le centraline dell’Arpa dislocate a Milano anzi hanno segnato in Marche 108 microgrammi di Pm10, in Pascal 90, al Verziere 92 e in Senato 113. Idem in provincia: 104 a Pioltello-Limito, 111 a Cassano d’Adda, 105 a Magenta e 81 a Turbigo. Sempre più grave la situazione del Pm10 a Monza che, oltre al triste record raggiunto a Meda, vede la centralina del Parco raggiungere quota 137 microgrammi.
Sul piede di guerra anche il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale: «Sala, nonostante le chiacchere green e i divieti, ci ha riportato ai livelli di inquinamento di 20 anni fa. Smetta di pavoneggiarsi col C40 e prenda atto dei numeri fallimentari delle sue politiche. Tanti sacrifici imposti alla mobilità milanese si sono rivelati inutili».
E a proposito di politiche per contrastare l’inquinamento, è entrato in vigore ieri il divieto di fumo all’aria aperta in alcune zone della città: dalle fermate dei mezzi pubblici, ai parchi, fino agli stadi e strutture sportive, cimiteri e aree cani, le sigarette sono bandite a meno che non ci si trovi a dieci metri di distanza dagli altri.
“Io non sono un tecnico ambientale e men che meno un medico tale da poter dire se le recenti restrizioni sul fumo all’ aperto nella città di Milano aiuteranno o meno a ridurre le emissioni nocive nell’ aria. Francamente la cosa, che pur avrà immagino un suo fondamento scientifico, cozza un po’ poi con quella che è la realtà cittadina e della provincia nel suo complesso. Mai come in questi freddi, gelidi, giorni è facile osservare i fumi che si levano dalle caldaie condominiali o dai comignoli di imprese e attività disseminate su tutto il territorio. E non sempre, purtroppo, parliamo di caldaie di ultima generazione che buttano fuori “aria profumata al gelsomino””. Così Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu 02.4040, il più grande Radiotaxi di Milano. “Poi che certe iniziative siano fatte più per demagogia che altro non lo so ma oramai il dubbio diviene spesso certezza – aggiunge -. Sia chiaro che non sto contestando la scelta perché ciò che comunque può portare ad un beneficio in termini di salute, oggi più che mai, è sempre positivo. Ma perché allora non si interviene in maniera seria ed organica su tutto ciò che inquina? Come sul traffico delle principali arterie stradali milanesi che stanno diventando degli imbuti sempre più stretti, in virtù delle graziose ciclabili che per assurdo il problema lo avrebbero dovuto risolvere. E lì si che di emissioni se ne buttano fuori, per non parlare delle già citate caldaie o delle industrie alle porte della città. Forse perché con queste misure “spot” ci piace sentirci tanto New York.”
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Dall’artico del corriere:
https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_gennaio_21/smog-tornano-divieti-lombardia-stop-motori-diesel-piu-inquinanti-ce2344e8-5c0b-11eb-9e63-4c8bcf5518af.shtml
Leggiamo: ”In tutte le province della Lombardia sono stati superati i limiti di Pm10, con valori superiori a 50 g/m.”
A cosa serve distruggere la viabilità di MIlano, cancellare gli usi e le abitudini di milioni di cittadini, costringere una popolazione sempre più anziana alla bicicletta, eliminare la libertà di spostamento e di sosta come si fosse pericolosi attentatori talebani, se poi il resto della pianuta padana è tutta una camera a gas??
I milanesi si devono ribellare alla dittatura di una minoranza di pazzi pedalanti, occupiamo le piazze tattiche con presidi permanenti, protestiamo sotto le finestre di Sala e degli assessori, non attendiamo oltre perchè sarà troppo tardi.