Decreto Ristori 5, come potrebbe cambiare il meccanismo di accesso ai contributi a fondo perduto? Le possibili novità per le partite iva nel testo del prossimo provvedimento emergenziale: dall’ampliamento della platea, con l’eliminazione del vincolo dei codici ATECO, all’inserimento del requisito del calo di fatturato nel 2020.
Decreto Ristori 5, come potrebbe cambiare il meccanismo di accesso ai contributi a fondo perduto? Sul testo si sta ancora lavorando, fanno sapere dalla squadra di governo, e probabilmente servirà ancora una intera settimana prima di arrivare alla definizione del provvedimento.
Ma sono diverse le possibili novità che stanno per prendere forma e che sono state annunciate anche dagli stessi ministri dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, e del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo.
Dall’ampliamento della platea, con l’eliminazione del vincolo dei codici ATECO, all’inserimento del requisito del calo di fatturato nel 2020: con il Decreto Ristori 5 si attende una nuova tornata di contributi a fondo perduto con una portata sicuramente più ampia delle ultime, strettamente legate a codici ATECO e restrizioni legate alla classe di rischio del territorio di riferimento.
Decreto Ristori 5, come cambiano i contributi a fondo perduto: le possibili novità
Anche se per il testo del nuovo provvedimento emergenziale, l’ultimo di aiuti Covid stando alle dichiarazioni di Gualtieri, si dovrà attendere fino alla fine del mese, una certezza c’è: non mancheranno nuovi ristori per le partite iva colpite dagli effetti economici dell’emergenza coronavirus.
Dal Decreto Rilancio, che con l’articolo 25 ha dato vita ai contributi a fondo perduto, al Decreto Natale, sono stati erogati circa 10 miliardi di euro: con il passare dei mesi, il meccanismo di accesso agli aiuti economici per le imprese, chiamate a fare i conti con i periodi di stop imposti dalla pandemia, ha subito numerose modifiche.
A imporlo la necessità di stare al passo con i tempi: prima le chiusure per settore, poi le restrizioni differenziate da regione a regione, in base al livello di rischio.
Con il Decreto Ristori 5 le regole potrebbero cambiare ancora. Il 20 gennaio 2021 nella sua relazione sullo scostamento di bilancio per un valore di 32 miliardi di euro, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri ha confermato l’intenzione di concedere nuovi aiuti alle partite iva secondo i criteri già consolidati:
“Grazie allo scostamento di bilancio proseguiremo e completeremo gli interventi di sostegno già approvati e riconosciuti finora ai settori più colpiti dalla pandemia, per il tempo che sarà necessario”.
Ma ha annunciato anche l’apertura di nuove strade di accesso agli aiuti: con questo nuovo intervento, un supporto dovrebbe arrivare anche per coloro che sono stati “sacrificati” dai criteri stabiliti in precedenza.
Decreto Ristori 5, novità sui contributi a fondo perduto: si includono i professionisti?
Sarebbero due le grandi novità che potrebbero allargare la platea di partite iva destinatarie dei contributi a fondo perduto individuando, però, chi ha effettivamente subito i danni maggiori a causa della pandemia:
- erogazione delle risorse a prescindere dal codice ATECO e quindi dal settore economico di appartenenza;
- valutazione delle perdite avute in tutto il 2020, o in una parte significativa dell’anno: nell’impianto attuale di regole il requisito del calo del fatturato è determinato da una riduzione del 33% del fatturato.
Sulla modalità da attuare per la conta dei danni subite dalle aziende e l’accesso alle misure di sostegno si è soffermato anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Pataunelli, durante l’interrogazione a risposta immediata sulle iniziative a sostegno del commercio che si è tenuta sempre il 20 gennaio 2021.
Per supportare le aziende si dovrà tenere conto di tre fattori:
- calo del fatturato nel 2020;
- costi fissi;
- sostegno già ricevuto con i diversi decreti emergenziali.
La prospettiva di far cadere il vincolo del codice ATECO, inoltre, potrebbe portare a una novità molto attesa: l’inclusione nella platea di beneficiari anche dei professionisti che dallo scorso maggio, con l’introduzione della misura, richiedono di poter accedere a questa tipologia di aiuti.
I tempi sembravano finalmente maturi già alla vigilia dell’approvazione del Decreto Ristori quater.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, con il comunicato stampa numero 267 del 25 novembre 2020 aveva dichiarato:
“Condividiamo la necessità di ristorare, sulla base dei dati del 2020, anche i liberi professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatori o alla Gestione separata”.
Roberto Gualtieri, inoltre, aveva parlato della possibilità di un confronto per “mettere a punto un meccanismo organico di natura perequativa per i ristori che vada oltre le limitazioni per aree di rischio pandemico e quelle derivanti dai codici Ateco e si basi sul rimborso di parte dei costi fissi”.
Un meccanismo molto simile a quello preannunciato all’inizio di questo nuovo anno.
L’occasione del Decreto Ristori quater si è rivelata persa. E se è vero che il quinto provvedimento della serie, come annunciato dallo stesso Gualtieri, sarà l’ultimo intervento di aiuti Covid, non può che essere questo il momento giusto per mantenere la parola e includere anche i professionisti.
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