Un errore di calcolo del Governo che penalizza gravemente la Lombardia
Moratti chiarisce “Se siamo diventati Zona Arancione è solo perché abbiamo sollevato noi un problema, perché abbiamo chiesto una sospensiva dell’ordinanza che non c’è stata data e perché abbiamo con grande lealtà e correttezza instaurato un dialogo tecnico con i tecnici del Ministero. A seguito di questo dialogo tecnico, il ministro Speranza ha confermato che la Regione Lombardia non è Zona Rossa ma pretendeva che noi dicessimo che era un errore nostro: non è stato un errore nostro, i dati che noi abbiamo mandato erano dati corretti quindi non abbiamo potuto accettare per la nostra dignità”.
La voce di Confcommercio “Un errore che è costato alle imprese lombarde almeno 600 milioni di euro, ed è una stima prudenziale: a questo punto, ci aspettiamo che si faccia chiarezza al più presto su chi ha sbagliato, e che le imprese vengano risarcite”. Confcommercio Lombardia commenta così il ritorno della regione in zona arancione “dopo una settimana di zona rossa che ha costretto alla chiusura forzata migliaia di imprese”.
“Non ci interessano le polemiche politiche – prosegue la Confederazione in una nota – Noi evidenziamo la realtà dei fatti: decine di migliaia di imprese hanno subito un ulteriore stop che, per quanto riguarda l’abbigliamento, è bene ricordarlo, è arrivato nel pieno della stagione dei saldi. Ma non c’è solo la moda, parliamo di un blocco forzato per tanti comparti, dai negozi di arredamento ai mercati non alimentari, agli estetisti, solo per citarne alcuni”.
“E’ evidente che se c’è stato un errore da parte di qualcuno, è giusto che venga posto di fronte alle proprie responsabilità. Non si scherza sulla pelle delle imprese. Non è possibile sbagliare in modo così grave su numeri che incidono su un sistema economico già colpito da tre lockdown”. “E’ inaccettabile un danno aggiuntivo che colpisce un mondo imprenditoriale già allo stremo” conclude Confcommercio Lombardia.
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