I determinanti di salute – fattori la cui presenza o meno influisce positivamente o negativamente sullo stato di salute individuale – sono riconducibili alla genetica, aspetti comportamentali, ambientali e aspetti socio-economici. Se sulla componente genetica le azioni di intervento risultano piuttosto limitate, differentemente sui restanti fattori il progetto dell’ambiente costruito e dei luoghi dell’abitare possono risultare strategici, tenuto conto che trascorriamo oltre il 90% della giornata in ambienti confinati e l’accessibilità dello spazio pubblico outdoor condiziona l’adozione di corretti stili di vita. Per tale motivo va evidenziato come i progettisti hanno un ruolo strategico nella salvaguardia e nella promozione della Salute Pubblica.
Attualmente nell’ambito della sostenibilità, nessun progetto urbano e architettonico può mancare di un approccio interdisciplinare con il coinvolgimento di diverse competenze, tra cui anche quello sanitario insieme a contributi antropologici, psicologici e sociali, al fine di raggiungere il concetto di città salutogenica.
La combinazione di aspetti progettuali, l’uso dei materiali sostenibili e la distribuzione degli spazi indoor si fondono insieme a molti altri temi che sono oggetto di analisi del progetto delle HealthyCities promosso dalla regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Pertanto, traguardando l’intenzione di promuovere la Salute, diventa prioritario orientare le scelte al miglioramento delle condizioni complessive sia dell’area urbana sia dell’edilizia in esso inserita.
In relazione all’ambito outdoor, vi è il filone dell’Urban Health. Esso mira alla definizione di azioni che possano avere un impatto positivo sulla salute dell’uomo e sulla sua qualità della vita, evidenziando così la forte dipendenza tra il benessere fisico, psichico e sociale e la città in cui si vive. Il legame fra le specificità morfologiche di una città e il tema della salute è un aspetto imprescindibile di ogni modello insediativo sviluppatosi nel tempo.
Lo stato di salute della popolazione residente viene, infatti, da sempre, direttamente e indirettamente influenzato dalle caratteristiche delle città stesse. Le scelte politiche, urbanistiche,distributive o sociali prese a scala ambientale e urbana possono infatti condizionare, positivamente o negativamente la salute degli abitanti. Per questo motivo, attraverso un’attenta analisi della popolazione che vive in ambiti metropolitani, l’approccio Urban Health agisce sugli spazi fisici con un’attenzione sempre più focalizzata sulla promozione della salute e sulla prevenzione delle malattie, con particolare attenzione a quelle cronico-degenerative, che hanno un’incidenza rilevante sui sistemi socio-sanitari e hanno forti correlazioni con i fattori di rischio tipici delle città contemporanee, quali inquinamento atmosferico, acustico, visivo, isola urbana di calore, traffico veicolare, ecc. e inuguaglianze sociali e di salute, sedentarietà, stress, ecc.
Sebbene oggi i contesti urbani offrano molte e più opportunità di accesso ai servizi, integrazione e comunicazione, presentano anche alti rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici, mentali e di stress sociale, con effetti negativi sulla salute degli abitanti. Grazie alle innovazioni tecnologiche e alle tendenze sociali in continuo divenire, gli ambienti metropolitani divengono comparabili a organismi dinamici, in costante cambiamento. Tali trasformazioni possono quindi rappresentare opportunità per migliorare situazioni che sono fonti di rischio attraverso una gestione e un monitoraggio multidisciplinare.
In modo complementare, per gli operatori nell’ambito sanitario, l’approccio Urban Health persegue il raggiungimento di obiettivi strategici e innovativi per tutelare la salute della popolazione e la sostenibilità dei sistemi socio-assistenziali, riducendo i fattori di rischio. L’Urban Healthè, infatti, riconducibile a ciò che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come health in allpolicies con una forte correlazione ai settori sociali che superano il concetto di assistenza sanitaria.
I progettisti devono recepire e tradurre i segni del cambiamento, ovvero interpretare le trasformazioni, le innovazioni, le istanze scientifiche e sociali per poterle tradurre, attraverso gli strumenti propri dell’architettura, in spazio fisico costruito; inoltre devono sempre più essere capaci di incentivate sinergie tra le professioni medico-sanitarie e gli esperti di altre discipline tecniche, quali architetti, paesaggisti, urbanisti, ingegneri ambientali, ecc. affinché le città di oggi divengano sempre più vivibili e promotrici di salute.
Stefano Capolongo
Professore ordinario di Igiene Generale e Applicata
Direttore Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (Politecnico)
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