Sala gioca a fare Dio

Milano

Sala gioca a fare Dio

“Milano, senza arroganza, deve pensare ad essere una città’ guida nel nostro Paese e il mio impegno è di cercare di portare avanti un’istanza politica che sia di esempio, anche per il Paese”. Beppe Sala, uomo umilissimo.

“Di politici che vanno in paradiso non ce ne sono, neanche io. Fontana lo manderei in purgatorio: bisogna espiare le colpe ma anche ammetterle.” Beppe Sala, dopo l’ascesa al ruolo che da uomo umilissimo vede per sé: la divinità.

Se qualcuno, un giorno, vi chiedesse a cosa serve davvero la democrazia mostrategli queste frasi. Serve per impedire a uomini magari molto competenti di ergersi a divinità sugli uomini. Insomma, impedisce agli uomini di diventare Beppe Sala. Ce ne parla più diffusamente il Consigliere di Municipio 7 Franco Vassallo:

“Ogni volta che pensiamo che Sala abbia raggiunto il limite del ridicolo lui, con molta umiltà, ci dimostra che ci sbagliamo. In questo momento abbiamo una periferia in sofferenza totale, dalle case popolari a quelle affittate a persone che non possono pagare e che attendono lo sfratto. Vediamo attività commerciali chiudere. Sottoscala trasformati in abitazioni, pur di poter accomodare le famiglie che nella città green di Beppe possono vivere solo sottoterra, per non inquinare e non far vedere che la povertà esiste.

E lui a cosa pensa? A guidare la nazione. A Beppe, siamo onesti, noi facciamo un po’ schifo. La Milano vera, quella che lotta ogni giorno per mettere insieme il pranzo con la cena, proprio non gli piace. È più forte di lui. A lui piacciono i grattacieli fatti dal centrodestra. A lui esaltano le start up tecnologiche, nate con gli sconti fiscali fatti dal centrodestra. Gli piacciono immensamente i simboli della Milano lanciata verso il cielo, che la sua coalizione ha combattuto allo sfinimento. Questo piace al nostro Sindaco.

Ma le case popolari no, quelle non gli piacciono. Per cui pure sotto elezioni magari dipinge gli androni. Ma non le scale. Quelle dopo, magari. Certo, se ti piove in casa da nove mesi, qualcuno manda. Ma prima ci vogliono decine di lettere e interventi di consiglieri eletti per riuscirci. Eletti in minoranza, ovviamente. E tutto questo passando costantemente all’incasso, anche di cifre che sa benissimo che è difficile dimostrare siano dovute. Questo il quadro. Milano è la storia di due città.

Una è governata, amata, esposta e vezzeggiata dal suo Sindaco-dio, che fa il ghisa del traffico celeste decidendo chi si salva e chi è di centrodestra. L’altra è fatta di piazze disegnate coi gessetti colorati sull’asfalto, manutenzioni inesistenti e degrado imperante. Dove, si suppone, vivono quelli che eleggono i politici di centrodestra. Ma esattamente, una persona del genere, dovrebbe essere in grado di guidare la capitale morale del paese? Io non lo credo. Vedremo cosa ne penseranno i milanesi nei prossimi mesi”.

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