De Pasquale (F.I) “La sinistra non capisce il momento che vive il commercio.” E le attività chiudono anche in Galleria

Milano

E’ banale osservarlo, ma ogni negozio che abbassa le serrande, è un’autoesclusione dalla città, dai rapporti, dalla vita sociale. E’ un pezzo di vita da dimenticare per arginare la sofferenza. Permettere una strage così drammatica per motivi economici, appare un delitto commesso da chi potrebbe e non fa. Il riferimento all’insufficiente sostegno del Governo e di Sala è fortemente voluto. “Chiudo a fine febbraio questa splendida avventura durata 17 anni con il sorriso, ho imparato tanto e conosciuto persone meravigliose che nel tempo sono diventate amiche. Mi porto nel cuore molti clienti che sono mancati negli anni, una umanità che solo in un posto così si può rivelare. Sparisce così un piccolo mondo antico” Scrive su facebook la proprietaria della bottega storica nata nel 1929 in viale Zara “La casa del miele” E’ mancata l’attenzione, la sensibilità. «Ma che tipo di città vogliamo che sia Milano?  Spero – ha concluso – che il prossimo sindaco di Milano si dia una risposta”.

Il negozio Andrew’sTies ha chiuso: un articolo del Giorno anticipava la chiusura per mancanza di ascolto dalle istituzioni, ed Andrew’sTies ha così deciso di abbandonare lo spazio nel Salotto. E forse occorre ricordare i bandi fatti e rifatti al rialzo per fare cassa, ma con la crisi, le restrizioni, gli affitti alle stelle non sono facilmente sostenibili. Un addio che non è passato inosservato. Scrive Il Giorno “Il Comune non fa sconti, il Governo non esiste. Milano, l’Italia, le famiglie e le imprese non meritano questo scempio».

Dalla Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala nessuna reazione, almeno per ora. L’assessore al Demanio Roberto Tasca da mesi spiega che non è così facile come chiedono i commercianti applicare sconti sugli affitti in Galleria: c’è il rischio di un intervento della Corte dei Conti contro Palazzo Marino.” Ma il capogruppo azzurro Fabrizio De Pasquale osserva: «La sinistra non capisce il momento che vive il commercio. Il Comune abbassi le tasse e i canoni, altrimenti le vetrine chiudono. Meglio qualche sacrificio per le tasse comunali che la desertificazione commerciale di Milano».

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