Il plurale con cui il Sindaco in carica intende coinvolgere l’intera Giunta, suona un po’ stonato visto che la maggioranza delle decisioni sono sue e approvate senza discutere, ma l’importante è credere in se stessi e giudicarsi il migliore. Così parte la convinzione oltremodo partigiana di rappresentare Milano. Infatti così ha dichiarato, nel primo evento online di “Milano Unita”. «Abbiamo lavorato bene, probabilmente rivinceremo».
“Milano unita” è una realtà che nasce come percorso unitario delle forze della sinistra e dell’ecologismo, in vista delle elezioni comunali del 2021. E di unità hanno bisogno le molteplici anime della sinistra, ma sono parte di una Milano che vigila, critica, grida il proprio disagio. Per ora, comunque, si sono viste nascere liste, associazioni con la spinta a fornire idee, magari progetti surreali nei segreti salotti buoni della città. Ma non hanno nulla a che vedere con l’ascolto e la partecipazione ai problemi reali. In quel plurale rientrano i flop di Granelli, Maran e del già Majorino a cui una visione della situazione e dello sviluppo a misura dell’uomo comune non è mai importato niente. E dunque nelle contraddizioni sulle proposte, nella sordità all’accoglienza delle istanze dei cittadini, sta la decantata positività di questa amministrazione? Una cosa aveva promesso a beneficio delle periferie: i vigili di quartiere, ma, semplicemente, non ci sono.