Ieri abbiamo discusso un pacchetto di iniziative per dare sollievo ai 5000 Taxi di Milano. La mozione Misure urgenti per i Taxi era stata presentata dai consiglieri di Forza Italia e sottoscritta da Lega e Fratelli d’Italia.
Si chiedeva di rifinanziare e riattivare il servizio dei voucher/buoni per l’utilizzo dei Taxi per anziani disabili, donne sole, operatori sanitari che è purtroppo scaduto a fine 2020.
Sulla base dell’esperienza dell’anno scorso si chiedeva anche di semplificare le modalità di attivazione: troppo complicato l’iter tramite il sito del Comune (24 passaggi), meglio prevedere carte prepagate oppure, ad esempio, un’automatica erogazione del servizio a chi esibisce l’abbonamento anziani Atm con successivo rimborso del Comune.
Infine si chiedeva di istituire un fondo di garanzia Comunale per dare garanzie alle banche per i molti taxisti alle prese con mutui per l’acquisto della licenza.

L’Assessore Granelli ha detto che il buono lo scorso anno è stato un successo, ma non ha spiegato perché metà della somma stanziata sia avanzata. Inoltre ha assicurato di avere un confronto con le associazioni di categoria, ma siamo al 9 febbraio e la ripartenza del servizio non è alle viste.
Il buono Taxi è una idea intelligente per sostenere la domanda di taxi, purtroppo crollata per la scomparsa del turismo e degli eventi, e contemporaneamente offrire una mobilità più sicura ad alcune fasce di popolazione più fragile.
Era stata proposta ad Aprile dai partiti di centrodestra e da rappresentanti dei Taxi, ma fu accolta e realizzata solo a Luglio dal Comune.
A fine dibattito l’Assessore e il PD hanno bocciato la mozione con 24 voti a 15. La motivazione è puramente politica: non bisogna disturbare il manovratore Comune che, coi suoi tempi biblici, sta affrontando il problema. Intanto però i tassisti milanesi, oramai da un anno, devono affrontare una contrazione dei ricavi dell’80%.
Chissà perché la sinistra milanese non considera il taxista un lavoratore da tutelare con lo stesso impegno e immediatezza che si dedicano giustamente ad altre categorie di lavoratori dipendenti?

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.