Caro Direttore,
senza cincischiare, ora che c’è Draghi al Governo, vorremmo un Draghi anche a Milano. E per spiegarmi meglio vorremmo una persona capace, con visione che vada al di là delle piste ciclabili e dei progetti di riqualificazione urbana che si identificano con le piazze verniciate a pois e qualche alberello nei vasi. Non mi sembra che siano state fatte altre cose da considerarsi come opere da ricordare.
Milano è da rifare, da abbracciare come un bambino ferito e abbandonato e se si parla di riforme fondamentali a Roma, anche a Milano occorrono. Soprattutto va riformato un modo di pensare elitario per chi ha i soldi in tasca e se ne frega di chi ritorna a intraprendere con difficoltà. Dicono che Draghi sia umanamente disponibile e abbia la chiarezza e la lungimiranza di chi è seriamente preparato. A Milano dovrebbe esserci qualcuno che sa ascoltare, veda le priorità, sia responsabile e superi quel modello Milano che, poi non vuol dire niente se non favorire le ideologie antistoriche della sinistra.
So che il mio è un discorso semplice e le scelte sono complesse, ma se Berlusconi in un certo senso ha creato e introdotto Draghi a una carriera di prestigio, non può dare qualche suggerimento? E, qualsiasi giudizio si possa dare sul personaggio, Berlusconi è un vincente, trascina con il suo ottimismo ed ha esperienza. Ora che è tornato alla politica, pur con i limiti dell’età e di qualche problema di salute, non buttiamo al macero la sua intuizione. E non dovrebbe essere così difficile contrapporre ai malumori e ai sogni surreali di Sala, qualcuno che sappia rivoluzionare Milano con pragmatismo.
Lettera firmata
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845