Continuano i deliri e le menzogne di esponenti del PD e della attuale amministrazione di Milano (spalleggiati dal quotidiano Repubblica), contro la libertà di espressione dei cittadini.
Ecco cosa scrive il quotidiano milanese (https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/02/06/news/aborto_camion_pro_life_milano_comune-286273230/) a seguito della recente uscita dei camion vela anti-abortisti promossi de alcune associazioni pro-life:
“Parole che provocano le proteste delle donne chiamate in causa a sproposito. Appena questi camion sono stati visti circolare, la segnalazione è arrivata al Comune e la consigliera Diana De Marchi (Pd), che già nei mesi scorsi si era attivata contro le affissioni pro-life, torna alla carica per chiedere un intervento delle autorità. “Continua la violenza psicologica di Pro vita, le parole e le immagini diventano sempre più aggressive descrivendo le donne come assassine incapaci di decidere della loro vita – dice la presidente della Commissione Pari Opportunità di Palazzo Marino -. Tentano di impedire l’autodeterminazione delle donne, prevista dalla legge che riconosce anche la pillola ru486. La campagna per controllare il corpo delle donne usa la minaccia e la disinformazione. Sono messaggi che incitano all’odio verso le donne che fanno scelte legittime e consapevoli anche se a queste persone pare un’eresia. Una campagna pericolosa, da condannare come già fatto in numerose città da donne e uomini rispettosi della libertà, ragione per cui ora si sono attrezzati con i camion per non vedere rimossi i loro inaccettabili e oscurantisti manifesti, denunciati a tutti i livelli. Dopo più di 40 anni non riescono ancora ad accettare che le donne possano decidere del proprio corpo”.
Che dire di queste affermazioni?
Innanzitutto si parla di “donne” in assoluto, attribuendo a tutta una categoria di persone quello che è il giudizio politico e ideologico solo di alcuni. E’ lo stesso metodo usato dell’estremismo politico degli anni ’70, quando i movimenti marxisti-leninisti parlavano sempre nei loro volantini di “operai”, di “proletariato” e di “studenti” e di “donne”. Come se queste categorie di persone dovessero parteggiare in toto per loro e per l’ideologia comunista. Si è visto poi nella storia quanto questo fosse vero…
In secondo luogo nelle dichiarazioni sopra citate si afferma che i manifesti ProVita vogliono impedire “l’autodeterminazione delle donne”. Cosa chiaramente falsa. Una manifesto non impedisce niente a nessuno. ma esprime solo un parere. Se fosse vero quello che affermano Repubblica e la signora De Marchi, dovrebbe essere vietato, in quanto “intimidatorio”, anche affermare che mangiare troppo fa male alla salute, che non bisogna fumare o che è meglio non usare l’ auto, ma muoversi con trasporti pubblici. Le farneticazioni di Repubblica e della DE Marchi tradiscono il loro atteggiamento totalitario e liberticida, che evidentemente è nel DNA di certe forze politiche anche se cercano di camuffarsi come “democratiche”.
E veniamo all’ultimo punto, quello per cui i manifesti di Provita metterebbero in dubbio che “la donna possa fare autonomamente scelte legittime e consapevoli”. Questo lo mettono veramente in dubbio i cartelli dei vela. Ma perchè ciò dovrebbe essere sbagliato? L’alternativa è che la donna possa fare tutto quello che vuole sulla sua vita e su quella degli altri. Ma se fosse vero questo dovremmo abolire anche i tribunali dei minori, i reati di infanticidio, uxoricidio e abbandono di minori, e magari anche le multe per divieto di sosta se alla guida dell’auto di ci sono donne, visto che le persone di sesso femminile sono già in grado di fare “scelte legittime e consapevoli”.
La De Marchi e i suoi amici sorvolano poi alla grande sulla questione principale. E cioè, un embrione è già un essere umano è solo un grumo di cellule? Chi afferma che gli embrioni sono già esseri umani ha molte evidenze scientifiche a suo conforto, e. al di là di questo, perchè non dovrebbe poter esprimere il suo parere, visto che siamo in un paese democratico e civile? In cosa dovebbe consistere il pluralismo a Milano? Nel fatto di poter pubblicizzare diverse marche di mutande o di panettoni, ma non dibattere temi vitali come le origini della vita umana? E’ questa la concezione di libertà e di democrazia della giunta Sala?
Di fronte a tutte queste cose appare evidente come le accuse rivolte dalla sinistra milanese ai manifesti pro-life sono grottesche. E andrebbero ribaltate verso chi le lancia. Di fatto sono loro (cioè gli esponenti del PD e delle associazioni di sinistra) che istigano all’odio, profferiscono minacce, effettuano campagne “pericolose”. Anche perchè è sotto gli occhi di tutti l’ intolleranza e la violenza che le associazioni per la vita non stanno effettuando, ma stanno subendo in questi giorni. Basti pensare ai lanci di sterco contro i loro banchetti o i pestaggi subìti durante le veglie di preghiera davanti agli ospedali.
Ma c’è un ultimo punto molto imporrante da evidenziare: in Italia la censura è un atto illegale, vietato dalla costituzione (art.21). Come si permettono allora certi esponenti politici e amministrativi di invocare impunemente la censura, cioè istigare a commettete un reato? Non dovrebbero essere perseguiti (magari anche d’ufficio) tutte le volte che fanno affermazioni come quelle che abbiamo visto nell’articolo di Repubblica? Perseguiti allo stesso modo di uno che dicesse “il mio vicino di casa mi sta antipatico, quindi ammazzatelo”. In questo caso non viene ammazzata una persona, ma la democrazia”. Il che è comunque gravissimo e inaccettabile.
La cosa dovrebbe essere come minimo segnalata alla polizia e alla magistratura, per ottenere delle diffide formali da rivolgere a questi personaggi politici affinchè la smettano di effettuare intimidazione e minacce verso dei liberi cittadini che stanno solo esercitando i loro diritti costituzionali.
dott. Angelo Mandelli
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